Nome: Lucas Ariel Ocampos
Nato: Buenos Aires (Argentina), 11 luglio 1994
Ruolo: mezzapunta (naturale), centravanti, ala, esterno d'attacco
Quale è la vostra idea di attaccante moderno? Molto semplicemente: fisico, tecnica, propensione al sacrificio, duttilità e senso del gol?
Lucas Ariel Ocampos è questo ma anche molto di più.
Con questa premessa non vogliano dire che Ocampos diverrà uno degli attaccanti più forti del mondo, assolutamente. Ma vogliamo farvi notare che Ocampos, a dispetto dell’età (classe 1994), ha già dimostrato una certa completezza nel suo repertorio quasi introvabile tra i suoi coetanei.
Detto ciò, questo articolo sarà il primo di una lunga serie che andrà ad approfondire il recentissimo
Mondiale Under 17, concluso con la vittoria dei padroni di casa del Messico. Una serie di appuntamenti ove vi descriveremo i talenti che più ci hanno colpito in questa rassegna centroamericana.
Ma torniamo ad Ocampos: possiamo affermare con certezza che lui, insieme a Brian Ferreira, è stato una delle poche note positive dell'Argentina in questa competizione. Un team privo del bomber più incisivo, Federico Andrada, che purtroppo a causa della rottura del legamento crociato del ginocchio destro non è potuto partire con i suoi compagni. Risultato? Una squadra poco solida in difesa che faceva pure una grossa fatica anche nell'impostazione del gioco. La baby Seleccion è stata anche molto fortunata nel raggiungere gli ottavi di finale come una delle migliori terze con appena tre punti: ci hanno pensato gli inglesi a interrompere il cammino degli argentini nella prima partita della fase a scontri diretti. Soltanto quattro le reti realizzate dagli argentini, nessuna per Ocampos.
Eppure, nel precedente Sudamericano SUB17, svoltosi nel periodo tra lo scorso fine marzo e inizio aprile in Ecuador, la baby selezione argentina si era ben disimpegnata. Quarto posto, 17 goal realizzati con 11 subiti. Giocatori come Andrada, Pugh, Paredes, Ocampos e Ferreira riuscirono a brillare, facendo dell'Argentina una squadra di buon potenziale difensivo ma sopratutto offensivo. L'evaporazione al Mondiale U17 se l'aspettavano davvero in pochi.
Dopo questa breve digressione sulla sua Nazionale, possiamo tornare a parlare di quello che è, secondo molti, il miglior talento argentino in prospettiva classe 1994. Nato a Buenos Aires l'11 luglio di 17 anni fa, ha cominciato la sua carriera calcistica nelle giovanili del Quilmes: c'ha messo davvero poco il River Plate ad accorgersi del suo talento. Infatti, all'età di 15 anni si trasferisce al club al Monumental: viene inserito nel vivaio dei "Milionari" sin da subito, riuscendo anche a dominare il Campionato di categoria nel 2010, battendo in finale il Velez ai rigori. Con la retrocessione dei biancorossi nella seconda divisione argentina, non escluderei affatto che Ocampos possa trovare già spazio il prossimo anno in prima squadra.
Caratteristiche tecniche
Completezza: questo è quello che vi anticipammo all'inizio dell'articolo. In effetti, visionando per bene tutte le competizioni giovanili Under 17 (Sudamericano, Europeo, Mondiale) ho fatto fatica a trovare un giocatore più completo di lui. Ocampos è un giocatore polivalente, può giocare in TUTTI i ruoli dell'attacco ma, addirittura, può diminuire il suo raggio d'azione sino al centrocampo. Possiede una tecnica tale da potersi definire un giocatore universale, a tutto campo. Ma andiamo con ordine: il suo ruolo preferito è quello di mezzapunta. Svariare su tutto il fronte offensivo a supporto di una punta centrale (nell'Argentina era Andrada al Sudamericano, Vera Piris al Mondiale), ricevere palla sulla trequarti e prendere velocità spaccando le difese avversarie. I suoi 187 centimetri lo rendono un giocatore potentissimo sul lungo con le sue falcate, quasi inprendibile in progressione, difficile da contenere, abile nel corpo a corpo. Da mezzapunta può allagarsi sulla fascia per disimpegnarsi da ala d'attacco, oppure accentrarsi giocando da centravanti: stupisce sicuramente per il fisico già pronto e per la tecnica di indubbio valore, ma ciò che potrebbe renderlo grande è lo spirito di sacrificio che gli permetterà di sfondare nel calcio che conta. A differenza di molti suoi coetanei mette la squadra prima di tutto: non si risparmia in fase difensiva, apportando il 'primo' pressing sui difensori avversari e rientrando, quando gioca qualche metro più indietro, sulla linea dei centrocampisti per dare una mano.
A centrocampo ha spesso giocato da esterno, ma non solo: viste le difficoltà nell'impostazione dell'Argentina, il commissario tecnico Oscar Garrè lo ha proposto in alcuni casi al centro del campo, nel vivo della manovra, per aiutare i suoi compagni nei tempi di gioco. Tecnicamente, come già detto, eccelso. C'è un ma: sà di essere un giocatore con un talento sopra la media e spesso si adagia. Qualche 'giochetto' inutile di troppo, appoggi troppo sufficienti, doppi passi non sempre funzionali: sono difetti secondari che però devono essere limati. Il suo potenziale è spaventoso: vedremo se saprà sfruttare ciò che la natura gli ha donato!
Salvatore Affronti -
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