Sacchi & Trapattoni

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Carlos Ray
CAT_IMG Posted on 10/9/2010, 08:57     +1   -1




Due allenatori diversi. Avversari in campo ma mai fuori che si ricordi. Diametralmente opposti sotto molti punti di vista, soprattutto tattici a quanto pare. Hanno in comune l'essere stati CT della Nazionale non ottenendo quello che ci si aspettava da loro (da Sacchi il gioco, dal Trap il risultato).
Non un sondaggio, ma un topic per discutere di due modi differenti di intendere il calcio. Quello modello Kovacs di Sacchi, allenatore di giovanili (uno scudetto con Cesena) e poi del Parma, non ancora in A, con il quale fece fuori il Milan in Coppa Italia, colpendo il presidente col gioco della sua squadra; e quello di Trapattoni, ex giocatore di Milan e Nazionale, che dopo alcuni spezzoni sulla panca rossonera, venne preso da Boniperti per allenare la Juve per 10 anni ottenendo risultati strepitosi, come Sacchi al Milan.
Due che il calcio lo sapevano insegnare: Sacchi cambiò totalmente il gioco del Milan, i compiti tattici, la mentalità stessa ("assai poco italianistica" come si diceva in un servizio sui due allenatori del Guerin, da cui ho preso spunto). A Baresi portò una videocassetta che mostrava Gianluca Signorini, che Sacchi allenò al Parma, per insegnarli i movimenti di un difensore centrale schierato a zona.
Il Trap (che a differenza di Sacchi è riuscito a ottenere risultati con più squadre: Inter, Bayern, Benfica ecc...) bollato spesso di difensivismo, allenò nonostante tutto moltissimi campioni offensivi contemporaneamente.
Con Cabrini e in seguito con Matthaus, lavorò moltissimo sul tiro col piede debole, e in Matthaus si sono visti in seguito i risultati...


(Concludo qui perchè devo andare...)
 
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theanswer
CAT_IMG Posted on 10/9/2010, 13:37     +1   -1




A me Sacchi non ha mai convinto appieno, non lo considero un grande della panchina, ma uno che si è trovato al momento giusto nel posto giusto (vedi Milan) oltretutto ha rivisto in maniera diversa, concetti presi da altri paesi, (anche se mi sembra che Marchioro sempre nel Milan avesse cercato di impostare la squadra con zona e fuorigioco), insegnandoli ha giovani affamati che comunque avrebbero vinto con qulsiasi modulo, schema o innovazione.

Trappatoni invece ha saputo adattarsi alle modificazioni del calcio, alle mode ma mantendendo sempre il suo stampo difensivo, portando a casa sempre qualcosa di buono, forse solo Cagliari può essere visto come un fallimento (vado a memoria).
 
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Carlos Ray
CAT_IMG Posted on 20/10/2010, 16:24     +1   -1




In questi giorni ho recuperato un po' di materiale sull'allenatore di Fusignano, o meglio: sul suo periodo come coach degli azzurri, alla ricerca dei motivi per cui tanti giocatori furono esclusi dalla nazionale italiana, per scelta sua o di altri: Baggio, Vialli, Signori, Zenga, Mancini (che si autoescluse dai mondiali 1994)...ne avevo gia' cercato negli anni, ma ora cercavo qualcosa di piu' circoscritto. Comunque, sono incappato in una informazione che va in contrasto con un altro fatto che avevo letto...
Nello specifico: avevo letto, qualche anno fa (sullo stesso servizio che ho citato nel primo post) che "in pieno delirio di onnipotenza, Sacchi arrivo' a chiedere al presidente la testa di Van Basten. Messo alle strette, Berlusconi opto' per il cigno olandese."
Invece qualche giorno fa sono incappato in un altro pezzo che dice che furono i giocatori, alla cui testa c'era proprio Van Basten, esasperati dal troppo lavoro atletico, dalla pretenziosita', e minati alcuni rapporti interpersonali col tecnico, chiesero a Berlusconi di scegliere "o lui o noi" e Berlusconi lo "consegno' " alla Nazionale.
 
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Carlos Ray
CAT_IMG Posted on 2/1/2011, 12:39     +1   -1




Sigh, nessuno ha risolto l'arcano...
Comunque, rispolvero il topic per rimandarvi a questo articolo di Gianni Mura del 1999, dove, in una "intervista senza domande", Trapattoni si lascia andare ai ricordi, raccontandoli liberamente al giornalista.
Eccone un estratto:

"Il 4 e il 6, le mie maglie. Sommate, fanno 10, quelli che ero pagato per limitare. Mica solo Pelè: Sivori, Lojacono, Haller, per me uno dei più bravi in assoluto. Ma anche Rivera, che stava dalla mia. Io per Rivera ho sempre corso volentieri, patti chiari amicizia lunga. Viani diceva: se il Trap e Pelè si annullano, ci guadagniamo noi. Ma è lo stesso discorso che ha fatto Happel con Rolff su Platini. Molte cose nel calcio cambiano, altre no. A me ormai certe critiche per partito preso non fanno né caldo né freddo, andate a guardare il Panini. Platini, Boniek, Rossi e Bettega li ho fatti giocare insieme io, e anche Serena, Diaz, Matteoli, Matthäus e due che pensavano più all'avanti che all'indietro, Berti e Bianchi. Mi consolo pensando che a Rocco davano del catenacciaro. Abbiamo battuto l'Ajax 4-1 con Hamrin, Sormani, Prati più Rivera. All'inizio io ero su Swart e Anquilletti su Cruijff, si ballava un po', ce li siamo scambiati ed è andata meglio. Gli olandesi pressavano sul portatore di palla già allora. Il vecchio arnese sono io, e intanto ai mondiali 1998 Argentina e Croazia avevano fior di libero, e passi. Ma quelli che non riescono a costruire gli equilibri per permettersi una mezza punta, cosa sono? Gente come Baggio, come Zola, deve giocare a calcio come sa, la fantasia migliora lo spettacolo e aiuta la squadra.Vero che in Italia tendiamo a confondere l' estetica con la tecnica, che non è solo il colpetto di tacco. E' anche giocare a ritmo alto e palla bassa come ha fatto il Manchester, e anche il Bordeaux, per stare alle ultime partite di coppa".

Link all'articolo: www.storiedicalcio.altervista.org/mura_trapattoni.html

Per par condicio nei prossimi giorni postero' qualcosa su Sacchi, in attesa che qualcuno intervenga e magari risponda alla domanda che ho posto nel precedente post.
 
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RogerTheLast
CAT_IMG Posted on 4/1/2011, 01:55     +1   -1




CITAZIONE (Carlos Ray @ 2/1/2011, 12:39) 
Sigh, nessuno ha risolto l'arcano...

Pensavo rispondesse qualche milanista – te lo svelo io l’arcano? Ci provo, almeno

Allora, la premessa fondamentale è che tutte le grandi storie (e quel Milan, fu una grandissima, straordinaria pagina nella storia del calcio) son destinate a finire, prima o poi, dunque potremmo rispondere semplicemente con quella cosiddetta “usura nel tempo trascorso insieme”, che scatta inevitabilmente un po’ in tutti i rapporti interpersonali

Certo, in generale non aiutava l’atteggiamento di Arrigo Sacchi, sperimentatore tatticamente straordineeeerio
le cui idee, per forza di cose, andavano a cozzare con la mentalità dei fuoriclasse,
che giustamente dall’alto del loro talento pensano che schemi, lavagne, moduli e “ripetute” in allenamento siano sì utili, ma comunque marginali rispetto alle proprie altrettanto straordinarie qualità
– e quali erano i dogmi dell’Arrigo-pensiero?

“I leader della squadra non devono essere Baresi e Van Basten. Il leader deve essere il gioco”.

“Se il tenore canta solo per esaltare sé stesso, è un tenore banale, non funziona e io non lo voglio”

“Baggio, per esempio, è grande, però non è indispensabile, conta la squadra”.


* = "piccola" nota a margine, da grandissimo ammiratore di Roberto: ce lo ricordiamo tutti credo, a Usa ’94 ebbe uno screzio in mondovisione con Sacchi mica da ridere e non da meno di quelli con Van Basten – Italia-Norvegia, sullo 0-0 Pagliuca si fa espellere al 21’ per inevitabile mani fuori area (se ricordo bene il “record” e non dico minchiate, mi pare lessi da qualche parte che fosse la prima espulsione in assoluto di un portiere in un Mondiale di calcio), deve entrare il portiere di riserva Marchegiani e l’allenatore sostituisce…Baggio, che incredulo commenta “Ma questo è matto!...”, uscendo dal campo – fortunatamente la partita la vincemmo (venivamo dalla sconfitta all’esordio con l’Eire…), se no chissà che finimondo – Baggino che poi, da grandissimo fuoriclasse, se la legò sì al dito ma non essendo MAI stato uno di quei montati-megalomani da “vaffa” all’allenatore/persecutore di turno fatti più per mettersi in mostra a mò di star-TV che per reale convinzione (… non faccio nomi) rimase a disposizione della squadra, trascinando letteralmente per i capelli l’Italia da una sicura eliminazione agli ottavi di finale con la Nigeria verso una finale insperata e con una squadra quasi cotta fisicamente e soprattutto nella testa – insomma, viva gli schemi, la tattica, l’applicazione, l’intensitè etc… ma soprattutto viva i fuoriclasse che risolvono le partite - ovviamente questo vale SOLO per quelli che davvero son capaci di risolverla (ed anche qui non faccio nomi di bambini viziati che non si integrano nel gioco di squadra…), e Roberto Baggio da Caldogno era sicuramente uno di questi…

E’ un po’ la cosa che dicevo sui grandi allenatori ed il loro rapporto tormentato con il Grande Campione che catalizza l’attenzione e la luce dei riflettori su di sé – oltre a Lippi, anche Capello non trattò tanto meglio Baggio (anzi…), e chi non si ricorda Dejan Savicevic e la Coppa Intercontinentale persa dal Milan nel 1993? Il Genio montenegrino che litiga furiosamente col Mascellone friulano e viene spedito in tribuna per far posto a Papin e Raducioiu, ed i brasiliani del São Paulo di Telê Santana a vincere 3-2, centrando il secondo successo consecutivo nella competizione con quello squadrone Cafu, Leonardo (proprio lui, aveva appena sostituito nel ruolo Raì, che l’anno prima aveva dominato sul Barcellona di Cruijff), Palhinha, Cerezo,Doriva, Ronaldão, Luiz Müller, un giovanissimo Juninho Paulista… la “maledizione del numero 10” in Italia, più o meno da sempre

Ecco, forse è questa una delle differenze tra il Trap e gli altri grandi allenatori italiani: difensivista, ossessionato da sempre con l’”equilibrio” (forse conscio del suo ruolo da giocatore, che era quello di marcare e limitare il numero 10 avversario o comunque la fonte di gioco con tutti i mezzi, Pelé compreso in un’indimenticabile Intercontinentale col Santos…), ma capace di saper accettare un po’ di più le bizze dei suoi campioni (Platini, Laudrup e Boniek su tutti, negli anni d’oro bianconeri), fregandosene un po’ dello “sperimentalismo” tattico o dell’esasperata organizzazione in cui ognuno ricopre una certa porzione di campo, evitando di considerare ogni calciatore come un soldatino ligio al dovere imposto dal “sacro modulo” – però, ripeto, quell’eccesso di difensivismo lo ha avuto e a volte lo ha pagato caro: in Corea tutti ricordano l’impresentabile Byron Moreno, ma io da “fissato” non scorderò mai la sostituzione al 61’ di Alex Del Piero per Gattuso con l’Italia in vantaggio 1-0 ed in pieno controllo del match, un cambio che ci fece arretrare troppo il baricentro e subire inevitabilmente il pareggio a due minuti dalla fine… i “capolavori” dell’ecuadoregno furono soprattutto nei supplementari, se non ci fossimo arrivati ed avessimo provato a chiudere la partita con un pizzico di coraggio…



comunque, per tornare allo screzio Sacchi-Van Basten, io me lo ricordo così in breve:
Campionato 1990-91, Napoli Campione d’Italia in carica ma Milan confermato Campione d’Europa e del Mondo fresco fresco, avendo vinto l’Intercontinentale a dicembre schiantando i paraguaiani dell’Olimpia Asunción e la Supercoppa Europea un paio di mesi prima nella doppia sfida andata/ritorno 1-1/2-0 contro la Sampdoria (l’anno prima avevamo vinto tutte le Coppe Europee: c’era stata anche la finale tutta italiana in UEFA Juventus-Fiorentina, bei tempi quelli…)

– nonostante i grandi successi, i dissapori nello spogliatoio cominciano a serpeggiare, e si acuiscono nell’episodio-chiave tra il tecnico di Fusignano ed il Cigno di Utrecht: gennaio 1991, nell’ultima giornata del girone d’andata il Milan rimedia una sonora scoppola a Parma, uno 0-2 piuttosto netto nella prestazione – Sacchi vede una squadra senza grinta né voglia e prova a dare la “scossa simbolica”, mettendo in dubbio qualche senatore - pochi giorni dopo c’è da giocare Milan-Pisa, recupero di una partita rinviata in precedenza, e comunica al presidente e alla squadra una formazione diversa da quella che manderà in campo, quella “solita” con Marco e gli altri tutti titolari: il Milan vince a fatica 1-0 grazie ad un gol di Massaro (altro motivo del contendere, alcuni dicevano che l’olandese con la sua tecnica superiore dovesse giocare anche in appoggio all’italiano e fare movimenti non solo da finalizzatore puro), che gioca in coppia con “Condor” Massimo Agostini in attacco, ma la notizia è che Van Basten non c’è – Berlusconi si incavola di brutto ma alla stampa dice che “la situazione imponeva qualche cambiamento”, mentre Sacchi dice che l’olandese non se l’era sentita di scendere in campo.

La realtà? Si vocifera di un brutto litigio alla vigilia della partita, con una violenta diatriba serale tra un Van Basten “ribelle” che chiedeva cambiamenti tattici, oltre che una minore rigidità negli allenamenti visti i tanti impegni, ed un Berlusconi che lo spalleggiava convinto, mentre il testardo Arrigo si impuntava e voleva far capire a tutti chi comandava nelle scelte di campo, arrivando poi appunto al gesto estremo dell’esclusione di Marco.

Il presidente trova una soluzione/compromesso in sede societaria: Sacchi ha vinto tanto in questi anni, è da tempo che non lo vede più di buon’occhio ma decide di dargli una chance (un po’ fuori portata, a dir la verità) – se sarà capace di rivincere la Coppa Campioni e lo Scudetto insieme, verrà riconfermato, altrimenti arrivederci e grazie e dentro l’uomo di fiducia Fabio Capello per la stagione successiva – pare che tutto l’entourage rossonero volesse la testa del “mago di Fusignano” (Confalonieri, Paolo Berlusconi, Foscale), oltre ad alcuni senatori nella squadra, mentre Adriano Galliani continuava a volergli dare la giusta fiducia

– Silvio Berlusconi però è uno che ha sempre voluto metter becco nelle questioni tecnico/tattiche (da buon “tuttologo” e dall’alto dei suoi “trionfi” con la squadra dell’Edilnord, suppongo…), ed impone di fatto Massaro titolare sì, ma CON Van Basten, intanto sempre più incacchiato per il trattamento subito – Sacchi fa finta di esser d’accordo, pare rifiuti un rinnovo di contratto sino al 1994 alle cifre pattuite in precedenza (almeno, così si dice nelle “voci di corridoio”) e continua imperterrito sulla sua strada, escludendo l’olandese anche nella sfida contro il Genoa (1-1). Per la serie, dite quello che volete ma qua decido io, giustamente…

Visto il brutto periodo e gli umori dello spogliatoio, nella partita col Cesena Sacchi “concede” di nuovo il campo a Van Basten, che risponde però giocando malissimo nonostante la realizzazione di un rigore. La situazione tesa esplode definitivamente: amichevole col Como, in una partita tutto sommato inutile Arrigo decide di mandare in campo una “vecchia” squadra, con Massaro fuori, Van Basten unico terminale offensivo, l’emergente Marco Simone in appoggio e Rijkaard un po’ più largo a destra – i due olandesi, grandi amici e “alleati”, si rifiutano praticamente di giocare (tra l’altro, dato curioso, una delle prime dispute Sacchi-Berlusconi fu proprio in merito a Frank, che l’allenatore preferiva decisamente rispetto al “cocco” del presidente Claudio Borghi, e visti i risultati ottenuti e le carriere fatte dai due mi par di capire che l’allenatore qualcosa di calcio ne capisse… ), corricchiando per il campo a mo’ di sfida, ed il Milan perde clamorosamente. Berlusconi ribadisce l’ultimatum all’allenatore: o vinci scudetto e Coppa, o ti “accompagno” in Nazionale.

Risultati? Spogliatoio spaccato, Milan eliminato in semifinale di Coppa Italia dalla Roma, ai quarti di finale di Coppa Campioni dall’Olympique Marsiglia (la famosa partita dei riflettori, con la squadra ad uscire anticipatamente dal campo dietro a Galliani e la conseguente squalifica dalle Coppe Europee per l’anno successivo) e secondo in campionato ex-aequo con l’Inter, a 5 lunghezze dall’imprendibile Sampdoria: nel 1991-92, Capello nuovo allenatore rossonero e Arrigo Sacchi che firma per guidare la Nazionale Italiana, sostituendo Azeglio Vicini.

Me lo ricordo bene quel campionato 1990-91 post-Italia ’90, io avevo sette anni e da bambino mi ricordo una stagione particolare ma bellissima: Parma prima volta in Serie A e che cominciò da lì a costruire un decennio fantastico in Europa, lo stupendo Genoa Skuhravy-Aguilera a centrare il 4° posto, facendo piangere con un 2-0 all’ultima giornata la “Juventusiasmante” che i giornali avevano visto nei bianconeri di Gigi Maifredi con la coppia Schillaci-Baggio, ma che in realtà finì fuori clamorosamente dalle competizioni europee in campionato e dopo l’eliminazione in una bellissima semifinale contro il Barcellona in Coppa delle Coppe (ed un bel 1-5 di fine estate beccato qui a Napoli in Supercoppa Italiana, prima che Maradona cominciasse il suo triste percorso di degrado), finita dietro in classifica anche ad un bellissimo Torino, un’altra finale UEFA tutta italiana Inter-Roma, la Stella Rossa Belgrado di Savicevic e Prosinecki a vincere la Coppa dei Campioni a Bari… tanta roba…

E ci tengo a dire che quella Sampdoria era comunque una grandissima squadra, problemi nello spogliatoio del Milan o meno: Pagliuca-Mannini-Vierchowod-Cerezo-Katanec-Dossena-Lombardo, il sovietico Mychajlyčenko nell’unico anno giocato in Italia prima di volare ai Rangers, una compagine che giocava con un’intensità ed una voglia impressionante (miglior attacco, maggior numero di vittorie, minor numero sconfitte, un “santone” come Boskov a dirigere l’orchestra), tutto in funzione dell’indimenticabile coppia Vialli-Mancini – scudetto STRA-meritato

Tra l’altro, il Milan lo andarono a battere sia a domicilio (0-1) che in casa (2-0) e piuttosto nettamente, così come l’altra rivale Inter (straordinario 3-1 casalingo e 2-0 a San Siro), vincere tutti gli scontri diretti vorrà dir qualcosa, nonostante l’unico smacco del derby perso (quella è sempre stata una partita a sé, mi ricordo una giocata assurda di Pato Aguilera nel fare un assist, forse al gol di Eranio, prima della solita “bomba” su punizione di Claudio Branco a firmare il 2-1 rossoblu) - a noi del Napoli ci sculacciarono “democraticamente” 4-1 al San Paolo come a Marassi –
uno squadrone, quei blucerchiati, non scordiamo quello che combinarono in Europa poi

Scusate la solita logorrea :*asd*:

Edited by RogerTheLast - 29/10/2011, 11:04
 
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Carlos Ray
CAT_IMG Posted on 4/1/2011, 12:15     +1   -1




Finalmente ne so di piu', grazie Roger! Di Pagliuca mi sembra di si, perche' se non ricordo male avevano da poco cambiato le regole (forse prima era ammonizione e non espulsione diretta se toccavi la palla con le mani fuori area).
E si, il Berlusca ha sempre rotto le scatole a livello tattico, sappiamo tutti delle due punte fisse che "consigliava" ad Ancelotti, e tempo fa lessi anche che impose a Zaccheroni di schierare Boban trequartista l'anno dello scudetto.
Per quanto riguarda Baggio, vero e' che piu' di un allenatore ha avuto problemi con lui: Capello che lo sostituiva sempre (affermava, anche in alcuni dvd dedicati a Baggio, che non si fidava della sua condizione fisica), Lippi (pare per motivi extracalcistici), Sacchi stesso che silurava una marea di giocatori, ma anche Ulivieri se non erro. Personalita' troppo forte nello spogliatoio? Forse. Ma era superlativo, e di fatto, nel 1994 ha portato l'Italia in finale quasi da solo (anche Beppe Signori era stato importante in alcune partite, e fu silurato anche lui, qui conosco meno bene i motivi). Senza di lui ed altri(e secondo la stampa, pesarono molto alcuni colpi di testa del coach di Fusignano, tra cui alcune sostituzioni e la scelta di mettere Del Piero esterno sinistro) Sacchi e' naufragato in nazionale. Con il Trap, il fenomeno di Caldogno ha vinto il suo unico pallone d'oro. E in quella squadra c'era anche Andy Moller trequartista, quindi Trapattoni difensivista forse, ma non alla Juve. Anche perche' quello che ha negato a Platini la manovra offensiva, arretrandolo, non fu il Trap (con cui invece Michel vinse tre volte il titolo di capocannoniere, paradossalmente quello che timbrava di meno era il 9, Paolo Rossi) ma il suo successore, Rino Marchesi. Come disse Adalberto Bortolotti (se non sbaglio l'articolo era suo): "Il guaio e' che al posto di Rossi le partite le finiva spesso, se non un difensore, un mediano".
 
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RogerTheLast
CAT_IMG Posted on 4/1/2011, 13:32     +1   -1




CITAZIONE (Carlos Ray @ 4/1/2011, 12:15) 
Con il Trap, il fenomeno di Caldogno ha vinto il suo unico pallone d'oro. E in quella squadra c'era anche Andy Moller trequartista, quindi Trapattoni difensivista forse, ma non alla Juve.

Come disse Adalberto Bortolotti (se non sbaglio l'articolo era suo): "Il guaio e' che al posto di Rossi le partite le finiva spesso, se non un difensore, un mediano".

verissimo, era quello che volevo dire

cioè, il Trap s'è beccato per anni l'etichetta di "difensivista", qualche volta se l'è meritata (soprattutto in Nazionale,
dove non gli perdonerò mai la mancata convocazione di Baggio in Asia, sarebbe servito ben più di Delvecchio
almeno a partita in corso, che infatti se ricordo bene non vide mai il campo...), ma allora quelli di adesso
che praticano l'anti-calcio cosa sono??

Era bravissimo a ricercare l'equilibrio SENZA prescindere però dalle qualità dei suoi campioni, e senza snaturarli -
a volte però li sostituiva per coprirsi, ma vabbè in alcuni casi ci puo' stare - quella squadra fece una grandissima Coppa UEFA, i 6 gol con cui seppellirono in finale il Borussia Dortmund (cinque dei quali dei due Baggio, Dino e Roby) tra andata e ritorno furono la ciliegina, dopo aver demolito Sigma Olomouc, Anorthosis Famagosta (10-1 di aggregate)
e soprattutto Benfica in casa nei turni precedenti - era anche l'edizione di Valencia-Napoli 1-5, con cinquina di Daniel Fonseca ad umiliare la squadra di Guus Hiddink, prima che George Weah al PSG (eliminato proprio dalla Juve in semifinale) ci facesse fuori con una doppietta al San Paolo, Claudio Ranieri compreso (esonerato poco dopo)
- scusa la nota "di parte" ;)

nella squadra poi c'era quel Vialli tanto odiato da Sacchi - mai capito esattamente perché, dato che era uno dei centravanti più generosi in assoluto (ed uno dei più forti degli ultimi 30 anni, opinione personale), infatti su di lui Lippi varò un gran tridente, che produceva un sacco in attacco ma riusciva a anche a dare copertura - probabilmente come dici giustamente erano più questioni extra-campo

- e comunque, dicevano, anche Arrigo litigava con Beppe Signori che non voleva giocare "terzino" in Nazionale, per dire... a distanza di anni poi l'ex-laziale lo ha anche ringraziato, dicendo che c'erano anche molte leggende metropolitane e che in realtà il suo giocare da esterno sinistro di centrocampo lo ha completato come calciatore, diventando uno dei primi "attaccanti di fatica", mentre nella Lazio faceva il bomber letale - Arrigo poi ne provava tante, mi ricordo una partita in Estonia in cui fu tra i primissimi a spostare Paolo Maldini centrale,
o a pensare a Zola come mezz'ala di centrocampo, mentre davanti provava tridenti con Rambaudi a destra,
Signori a sinistra e Casiraghi centrale, e lo faceva anche con umiltE' mi ricordo disse
"forse mettere Zola in quella posizione sarà una cretinata, ma ci proviamo"

per tornare al Trap, poi, come scordare la mitica Juve anni '80, dove appunto il "difensivista" schierava tranquillamente tutti i suoi talenti: una delle partite più belle in assoluto che ho visto è stata Juventus-Argeninos Jrs 6-4 dcr (2-2), vista in vhs che all'epoca avevo a stento due anni - spettacolare! E dove lo stesso succitato Borghi, fece un partitone, va detto

Edited by RogerTheLast - 29/10/2011, 11:06
 
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Carlos Ray
CAT_IMG Posted on 4/1/2011, 14:25     +1   -1




L'hanno rifatta di recente in Tv, per intero...
Io penso al Vialli straripante del 1995...(sostanze o meno) pensa averlo in Nazionale, avremmo fatto sfracelli.

OT: Dino Baggio lo adoravo, anche se l'ho visto solo in dvd ecc...A proposito dei mondiali del 1994, quel gol pazzesco dalla trequarti, e anche i tre gol nella doppia finale al Borussia, squadra "rivale" di quegli anni, visto che la beccammo ai gironi nella Champions 1996 e in finale l'anno dopo.
Dello sperimentalismo di Sacchi ho letto molto, e come ho detto erano quasi tutte critiche...diciamo che farlo in Nazionale ti espone molto di piu' perche' non puoi "costruire" il ruolo, e quindi finisci in pasto ai giornalisti. Ma povero Zola, gia' Ancelotti voleva fargli fare l'esterno di centrocampo...
 
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The Special One89
CAT_IMG Posted on 4/1/2011, 19:19     +1   -1




A mio avviso i 2 non sono paragonabili. Come paragonare Petacchi e Armstrong: 2 grandissimi appartenenti alla stessa epoca, ma un velocista ed un passista-scalatore, e tanto per cambiare i 2 migliori della loro epoca (dal 2000 ad oggi diciamo).
Volendo analizzare la parabola dei 2 l'ago della bilancia dovrebbe pendere verso Trapattoni che ha saputo attraversare diverse epoche calcistiche e ha saputo vendersi bene anche all'estero, mentre Sacchi è durato poco sulla cresta dell'onda; meno di un decennio e all'estero non ha avuto esperienze esaltanti.
Ma quello che ha trasmesso Sacchi nel triennio 87-90, non ha prezzo, e quello che ha lasciato al calcio italiano è un patrimonio inestimabile.
Trapattoni ha monopolizzato il calcio italiano dalla metà degli anni 70 fino alla metà degli anni 80, consegnando ai posteri una Juventus da leggenda dove convivevano il meglio dell'Italia campione del Mondo del 1982 e alcuni dei maggiori talenti del calcio europeo dell'epoca come Platini, Boniek e Laudrup.
Ha conquistato anche l'Europa, ma la notte dell'Heysel non renderà mai giustizia a quella squadra straordinaria, visto che per sempre verranno ricordate prima le vittime di quella serata tragica.
Vincere contro l'Amburgo forse avrebbe dato maggior rilievo internazionale a quella squadra e solo la strepitosa finale contro il Bicho dell'immenso Borghi di Tokyo ha ripagato in parte i bianconeri (quando ancora alla Coppa Intercontinentale non partecipava il Mazembe).
Tutto bello, ma cosa ha lasciato poi al calcio Trapattoni???
Ha vinto poi con l'Inter (ma il Milan pensava ad una coppa un pò più importante), ha fatto il suo in Germania, Portogallo, Austria e ora sta facendo ottime cose con l'Irlanda.
Ma per me resta e resterà per sempre un uomo di calcio degli anni 60 che ha portato avanti una mentalità giusta per il calcio dell'epoca e negli anni ha saputo mantenere degli standard molto elevati.
Resta il simbolo della panchina degli anni 80, assieme a gente del calibro di Lobanovsky, Liedholm, Beckembauer, Goethals e per l'appunto Sacchi.
Sacchi non avendo un passato glorioso come il Trap ha puntato tutto sul futuro e nel suo modo di vedere il calcio c'erano tante cose lontane dal calcio italiano Pre-Arrigo.
Il suo Milan è stata la squadra di club più grande della storia del calcio. Nessuno ha mai giocato cosi bene. Nessuno ha emozionato come loro.
Il Milan di Ancelotti affonda le sue radici in quello del suo illustrissimo predecessore.
Andare a giocare a Madrid negli anni 80 era davvero una cosa tragica per gli avversari che venivano schiacciati dal Miedo escenico prima ancora che dalla Quinta del Buitre, mentre Sacchi pareggiò 1-1 in una delle partite più straordinarie della sua gestione.
Il Real di Beenhakker penso che quella sera si fosse fatto già una mezza idea di cosa sarebbe successo a San Siro; il 5-0 finale fotografa al meglio quella squadra dal potenziale inaudito, che abbinava alla miglior difesa del mondo, il cuore pulsante dell'Olanda campione d'Europa 88 e il miglior allenatore della decade (si può ben dire).
Un roster simile forse avrebbe vinto anche con un altro uomo al timone, ma non sarebbe entrato nell'immaginario collettivo del tifoso (milanista e non) come è accaduto con lui.
Ha portato una rivoluzione impensabile all'epoca, anche se alla fine dei conti Berlusconi si è sempre chiesto se con Sacchi siano state più le vittorie o le sconfitte.
Io non la penso cosi. Le emozioni che trasmette un virtuoso non si misurano con il numero degli applausi che riceve e in soli 3 anni lui ha dato al calcio molto di più di quanto non avesse fatto nessuno prima di lui.
Forse più di Michels...
 
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Carlos Ray
CAT_IMG Posted on 14/1/2011, 16:07     +1   -1




Trapattoni ha lasciato non poco al calcio. Anzitutto ha completato Matthaus rendendolo il giocatore formidabile che divento', per dirne una. Ha sempre fatto trasparire una grande etica del lavoro. E ha regalato emozioni. Tante. E sono convinto che se non ci fosse stato il famoso arbitraggio pro-Corea, avrebbe saputo regalarci altrettante emozioni. L'Italia sarebbe cresciuta. Non sarebbe diventata perfetta. Ma sarebbe andata avanti. Sia la Spagna che la Germania potevano cadere.
Di Sacchi...anche lui come tanti altri forse era eccessivamente integralista: ho letto che era molto fissato con il 4-4-2, anche se mi pare abbia vinto il primo scudetto con il 4-3-3 e Gullit ala destra. Del suo rapporto un po' complicato con i 10 un po' abbiamo detto...sicuramente Gullit era un 10 atipico rispetto ad altri, ma eccezionale ed efficace. Poi che anche lui abbia regalato emozioni incredibili, senza dubbio.
 
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RogerTheLast
CAT_IMG Posted on 29/10/2011, 09:59     +1   -1




stavo pensando a quante volte si fossero incrociati negli scontri diretti,
ed in effetti a pensarci bene è capitato solo nei derby di fine anni Ottanta / inizio Novanta
- certo, sarebbe stato bello vedere anche qualche partita tra la miglior Juventus
ed il miglior Milan di quegli splendidi campionati, ad ogni modo il bilancio è questo:

Vittorie Sacchi 4
Vittorie Trapattoni 3
Pareggi 1


SERIE A 1987-88

INTER – MILAN 0-1



MILAN – INTER 2-0



SERIE A 1988-89

MILAN – INTER 0-1



INTER – MILAN 0-0



SERIE A 1989-90

INTER – MILAN 0-3



MILAN – INTER 1-3



SERIE A 1990-91

MILAN – INTER 0-1



INTER – MILAN 0-1


 
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10 replies since 10/9/2010, 08:57   1548 views
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