"Zidane domina la palla, è uno spettacolo in movimento e gioca come se avesse dei guanti di seta per ogni piede"
Zidane nasce a Marsiglia il 23 giugno 1972. La sua passione per il calcio inizia da giovanissimo, ogni tanto erano il padre o il fratello a portarlo al Velodrome, e qui Zizou scoprì il suo idolo. Un sudamericano dai piedi sensibilissimi: Francescoli, dal quale Zinédine imparerà molto.
Cresce nelle giovanali del Cannes squadra con la quale esordisce nel campionato francese nel 1988, all'età di sedici anni: 185 centimetri per 80 chilogrammi di peso, mostra già la sua classe e colleziona un discreto bottino fatto di 61 presenze e 6 gol. Nel 1992 passa al Bordeaux dove rimane per quattro stagioni realizzando 28 reti in 139 partite di campionato. Nel 1996 con i "Girondins" Zidane arriva a giocare la finale di Coppa Uefa.
E' il 1994 quando esordisce con la nazionale francese nella gara contro la Repubblica Ceca: entra nel secondo tempo e realizza due gol nel giro di soli 17 minuti.
Nel 1996 approda in Italia alla Juventus guida da Marcello Lippi di cui diventerà il fulcro della fantasia a centrocampo: vince il campionato per due stagioni (1997 e 1998) consecutive, una Supercoppa europea (1996) e una italiana (1997) e una Coppa Intercontinentale (1996), mentre perde due finali di Champions League contro Borussia Dortmund e Real Madrid.
Il 1998 vede Zidane salire sul tetto del mondo trascinando la Francia alla conquista del campionato del mondo nella finalissima del Saint-Denis contro il Brasile (3-0) di Ronaldo sottotono. Zidane giganteggia e stende i brasiliani con due incursioni in area concluse con due colpi di testa perfetti per potenza e scelta di tempo. E' il primo titolo mondiale dei francesi e la consacrazione planetaria del talento di Zizou.
Lo stesso anno vince il meritatissimo Pallone d'Oro e viene eletto miglior giocatore dell'anno dalla FIFA che gli assegna il "World Player of the Year award". Verrà nuovamente insignito di quest'ultimo premio nel 2000 e nel 2003.
Grande visione di gioco, capacità di giocare dietro le punte e d'illuminare l'azione con assist e dribbling improvvisi, ottima progressione, Zidane è un giocatore completo. Inventa, regge il centrocampo e guida l'attacco, è un uomo squadra eccezionale.
Una marea che da sola, senza bisogno di gregari perché oltre alle immense doti tecniche aveva innate anche quelle atletiche, faceva salire la squadra da una metàcampo all'altra; un ventaglio capace di aprire il gioco con una maestria e un'eleganza sublimi. Una straordinaria capacità di controllo della mente prima ancora che del corpo. E un'incisività fantastica nei momenti e nelle partite chiave. Questo è stato Zinedine Zidane. Un uomo squadra dalle qualità stratosferiche, come pochi ce ne sono stati nella storia del calcio.
Nel 2000 continua la magia internazionale vincendo il campionato europeo nella rocambolesca finale in cui l'Italia, in vantaggio di un gol, viene raggiunta quattro minuti dopo i tempi regolamentari, e relegata al secondo posto dalla nuova regola del Golden Goal, realizzato da David Trezeguet. In quella partita Zizou non giocò bene, non ne fu protagonista, quasi si escluse dalla manovra di gioco, ma la volontà dei compagni ed un pizzico di fortuna condizionerà l’esito dell’incontro.
L’anno successivo arriva l’amara sconfitta in campionato ad opera della Roma e la Juventus lo cede al Real Madrid per la cifra record di 150 miliardi di lire e un ingaggio annuo di oltre 12 miliardi per cinque anni. Le cifre e l'abbandono del calcio italiano suscitano qualche polemica, anche se Gianni Agnelli commenterà la vendita del campione con una sua delle sue tipiche sentenze:
"Zidane ci mancherà, ma era più divertente che utile". Con i bianconeri totalizza 28 gol (21 in campionato) in 191 partite.
A Madrid ci sono Figo e Raul, poi arriveranno Ronaldo e David Beckham a costruire una delle squadre più "stellari" che abbiano mai calcato un campo di calcio.
Inizia un periodo di grandi ambizioni per il giocatore ed una squadra epica.
La prima stagione sarà fantastica per il francese, e si concludera con la vittoria in finale di Champions dei madridisti contro i bavaresi del Bayer Monaco. La partita fini 2 a 1 per le merengues, e lo splendido gol decisivo fu segnato proprio da Zidane con un gesto atletico e tecnico straordinario, destinato a rimanere nella storia di questo sport. Un tiro al volo in girata che si infila all'incrocio dei pali che non lascia scampo a Hans-Jörg Butt, l'allora portiere del Bayern. Le stagioni successive nonostante altri trionfi non saranno esaltanti per il Real, che per la rosa di cui disponeva avrebbe potuto vincere molto di più. Anche in nazionale la situazione cambia. Nel mondiale in Corea Zidanne e i suoi compagni vengono esclusi dalla sorpresa Senegal e da una ambiziosa Danimarca. La Nazionale che aveva i più forti cannoniere del mondo, viene surclassate ed umiliate chiudendo all’ultimo posto nel suo girone. L’immagine di Zidane che cade a terra e rimane stravolto al suolo è l’immagine di un calcio francese che non riesce a rinverdire i successi di pochi mesi prima.
Lo stesso copione si ripete anche nell’Europeo portoghese, dove la Francia si “ripropone” con gli stessi campioni ma purtroppo sempre come squadra tecnicamente scontata e prima della vigoria dei tempi migliori. La squadra arriva ai quarti di finale dove verrà eliminati dalla futuri campioni della Grecia. Zidane, cuore della nazionale è fra i processati, protagonisti nel bene e del male della sua squadra.
Il Mondiale sarà l'ultima competizione che lo vedrà ancora sul campo da gioco, Zinédine infatti decise di ritirarsi subito dopo la Coppa del Mondo in Germania del 2006. La sua Nazionale ormai è fatta di campioni non più giovanissimi e la fortissima compagine di otto anni prima è solo un ricordo. Dopo un avvio stentato, con un Zidane che con due ammonizione salta l'ultima partita con il Togo, la Francia diventa un autentica sorpresa. Zidane torna e diventa il leader della sua squadra, tanto atteso e decisivo. Eccolo contro la Spagna e si vince 3 a 1, poi contro il Brasile, pericoloso più che a parole nella realtà. Zidane torna grande come un tempo e supera i carioca, troppo presto già vincitori del titolo.
Suo il gol su rigore nella semifinale con il Portogallo. Poi la finale. Sarà ancora protagonista. La rete su rigore, con la palla che rimbalza sulla traversa, nasce dal suo piede. Suo il colpo di testa che Buffon miracolosamente devia fuori.
Poi la stanchezza, i falli lo vedono sul finire dei supplementari a terra che chiede il cambio. La sua ultima uscita viene rimandata di qualche minuti.
Sarà ancora più triste e polemica. Un colpo di testa sul torace di Materazzi accenderà polemiche e processi. A prescindere dalla parole del nostro difensore, il gesto è ingiustificabile e meritò il cartellino rosso. Un immagine di un triste addio per un grande campione.
Fonte: http://www.golcalcio.it/Zidane.htmAnche se pure qui ho apportato alcune correzioni ed ho scritto di mio pugno alcune piccole parti =)