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Da ragazzo faceva il pizzaiolo in Olanda. Ora tratta i migliori campioni europei
Il battagliero e citatissimo
Carmine Raiola, detto Mino,
a novembre compirà 42 anni.
Nasce a Nocera Inferiore,
ma ha appena un anno quando
i suoi si trasferiscono ad
Haarlem, Olanda. E lì inizia a
navigare nel calcio, mentre la
famiglia fa fortuna con un ristorante-
pizzeria, primo di
una decina di locali inOlanda.
Lui tra i tavoli gira spesso e sorride
degli sfottò: «Gli olandesi
mi dicevano mangia-spaghetti,
io li chiamavo mangiapatate.
E ora per gli italiani sono il
pizzaiolo. Per me è un onore,
non un’offesa». Ha carattere
ed è facile accorgersene: a turno
va «in guerra» con tutti.
Gli iniziA 18 anni smette di giocare
e diventa dirigente dell’Haarlem,
entrando in contatto
col potente sindacato dei
calciatori olandesi.Dopo l’epopea
dell’era Cruijff con Apollonius
in regia, i calciatori olandesi
strappano condizioni all’avanguardia.
E Raiola, con
Jansen, cavalca l’onda della seconda
generazione. Trova anche
un’excamotage prima della
legge Bosman. Acquistando
in loco ha diritto ad un prezzo
stracciato. Allora propone al
Napoli la sponda per un certo
Bergkamp: 2 miliardi. Più
avanti lo porterà all’Inter per
20. E le sue trame s’allargano.
In Italia lega con Gino Pozzo e
insieme confezionano i colpi
Genaux, Walem e Amoroso.
Nel frattempo in Cecoslovacchia
s’unisce aNehoda e punta
sul carro-Foggia, Addirittura
si trasferisce in Puglia da Zeman
e porta il nazionale Roy.
Più avanti lui e il boemo scopriranno
Nedved per la Lazio. Da
20 anni Raiola va in giro per il
mondo a caccia d’affari. E nonostante
l’iscrizione all’università
di Amsterdam, facoltà di
giurisprudenza, si ricordano
di più i suoi viaggi: «almeno
300 giorni all’anno». Si spiega
allora perché parla olandese,
francese, inglese, tedesco, spagnolo
e portoghese. E l’italiano?
«E’ la lingua che parlo peggio—
ammette—perché con
mia nonna parlavo solo il napoletano
». Comunque dal ’97
è cittadino monegasco. Un paradiso
che non poteva sfuggire
ad uno con il suo intuito...
L’era Moggi Nel 2001, per avere
Nedved, Moggi va da lui.
Ma non c’è feeling. Solo nel
2004 scocca la scintilla. Capello
vuole Emerson e serve un
guastatore per centrare l’impresa.
E Veloz, l’agente del brasiliano,
ha bisogno di una spalla.
Perciò si allea con Mino
che. alla fine, persegue l’obiettivo
bianconero. Ma l’asse Raiola-
Veloz si rompe subito. Colpa
di Pato: Mino vuole portarlo
subito in Italia, Gilmar
aspetta il Milan.
La rottura Nel 2006 arriva anche
lo strappo con Moggi, stavolta
per Ibra. Zlatan vuol andar
via e rompe con la Juve ancor
prima della retrocessione
a tavolino. Sceglie l’Inter, ma
dice subito che non resterà più
di tre anni. Piaccia o no, è uno
di parola. A costo di passare
per antipatico.
Fonte: Gazzetta dello sport - "Raiola l'antipatico che mette paura ai grandi club " di Carlo Laudisa