Nome: Ruben Rochina Naixes
Nato: Valencia, 23 marzo 1991
Ruolo: Attaccante
E se il Parma avesse bloccato veramente, come si mormora,
Ruben Rochina? Un colpaccio, senza dubbio. Ruben Rochina Naixes è considerato una delle promesse spagnole potenzialmente migliori, saltato all'cchio quando nel 2008 vinse l'Europeo Under 17 in Turchia trascinando la squadra nella fase a gironi (in gol nel pareggio per 3-3 con la Francia ed una doppietta contro l'Eire), meno nella semifinale con l'Olanda, costatagli poi la presenza da titolare nella finale contro la Francia (vinta dai suoi compagni per 4-0). Un totale di quattro presenze, di cui tre da titolare, con tre reti all'attivo. Un europeo che, nonostante non fosse stato decisivo nelle partite più importanti, gli diede notorietà in Spagna consacrandolo come uno degli attaccanti su cui puntare per il futuro.
Ma la sua avventura in Nazionale non finisce in Turchia, anzi. Due anni dopo, nel 2010, viene inserito tra i giocatori che partiranno per l'Europeo Under 19 in Francia. Questa volta, a sorpresa, non viene considerato un titolare, ma un giocatore da buttare negli ultimi minuti. Infatti il commissario tecnico Luis Milla preferisce schierare un 4-2-3-1 con Keko, Canales, Pacheco dietro l'unica punta Rodri - attaccante allora al Real Madrid, adesso in prestito al Bolton via Benfica. La sua unica presenza da titolare arriva contro l'Italia, nell'ultima giornata del girone stravinto dalla Spagna. Un secco 3-0 aperto da una sua marcatura. L'unica nel torneo. La Spagna passeggia anche con l'Inghilterra in semifinale (3-1) per poi ritrovare in finale la stessa Francia battuta due anni prima in Turchia. I giovani francesi, galvanizzati dal pubblico, riescono a rimontare e centrare la vittoria all'85esimo minuto con Lacazette, dopo esser andati sono al primo tempo con gol di Rodri. Un 2-1 che vendica parzialmente il 4-0 turco.
Il suo Europeo finisce con 5 presenze all'attivo di cui solo una da titolare (con gol). Non di certo ciò che immaginava, ma la Spagna di Milla andava a meraviglia, permettendosi - oltre a Ruben - anche Muniain in panchina.
Ma andiamo indietro con il tempo: Rochina, valenciano, aveva cominciato a dare i primi calci al Valencia, club di buona tradizione giovanile. All'età di 13 anni però il Barcellona lo nota e lo preleva, facendogli fare tutta la trafila classica del vivaio per farlo arrivare infine nel 2008 al Barcellona B. Molto ben visto da Luis Enrique - tecnico del Barcellona B - ed anche da Pep Guardiola, nel ritiro estivo si è unito alla prima squadra. Ancora non conta presenze ufficiali con la maglia blaugrana dei grandi.
Volendo descrivere Rochina, si fa un pò fatica. E' un attaccante molto atipico: definibile come "centravanti", ha un buon fisico, asciutto ma non ancora potenziato. 180 centimetri che riesce a sfruttare spalla a spalla con i difensori anche più arcigni ma che non riesce a tramutare in accelerazioni che potrebbero essere sicuramente migliori. In rapidità non se la cava affatto male, sia chiaro, ma potrebbe dare molto di più.
Detto questo, per come interpreta il ruolo di centravanti, sembra più una seconda punta che attaccante d'area. Tecnica sopraffina, mancino mozzafiato: riesce a disegnare parabole incredibili: di potenza, di tocco, di precisione e chi più ne ha più ne metta. Il tiro è sicurmante il suo cavallo di battaglia. Inoltre, ama uscire dall'area di rigore e fare gioco sulla trequarti campo, fungendo proprio più da mezzapunta che da attaccante centrale: questa sua caratteristica può risultare un'arma a doppio taglio. Se in alcune partite questa sua abilità può risultare determinante, riuscendo a servire i compagni liberi grazie al suo mancino vellutato ed alla sua visione di gioco più che buona, in altre può costringere la squadra (sopratutto se lui è la prima punta) a ruotare ai pressi dell'area di rigore senza riuscire a creare spunti interessanti. Spalle alla porta infatti risulta devastante, ma nel gioco senza palla pecca e non poco.
Oltre al lavoro senza palla, deve migliorare sicuramente nell'uso del piede destro. Se il suo mancino gli ha dato e gli darà tante soddisfrazioni, è con il piede destro che deve cercare di migliorare. Con il destro tira raramente, si affida soltato al passaggino. Per non risultare prevedibile deve lavorare sull'uso del piede destro: non raggiungerà mai la brillantezza del sinistro ma sicuramente darà quel pizzico di impredivibiltà al suo gioco.
Salvatore Affronti -
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