Per riprendere una discussione tattica ben proposta da Carlos Ray
https://generazioneditalenti.forumfree.it/?t=50127539ecco come vede questo modulo Ezio Glerean, citato nel topic -
sapete che sono fissato col calcio "minore"
Personalmente, non sono un "fan" di questo schieramento tattico, però magari è interessante approfondire, visto che ho trovato la sua tesi integrale per il Master a Coverciano, e chi meglio di lui potrebbe spiegarlo, con tanto di dettagli tecnici precisi, avendolo applicato sul campo?
(a Padova ancora se lo ricordano, se il piccolo Cittadella adesso è conosciuto a livello nazionale lo si deve anche a questo allenatore, attualmente disoccupato).
I PRINCIPI DEL 3-3-4di Ezio Glerean**Tesi di fine studio del Corso Master 1998/99 per l’abilitazione ad allenatore professionista.
PREMESSASono passati tanti anni dalla nascita del gioco del calcio ma l’interesse e l’entusiasmo che proviamo noi, innamorati di questo sport, non conoscono confini né diminuiscono nel tempo. Con il passare degli anni sono cambiate, via via, le regole per rendere il gioco più spettacolare nel suo svolgimento, non ultima quella dei tre punti che ha dato ancor più importanza alla vittoria e che ha messo i campionati in condizione di essere incerti fino alla conclusione.
Conseguentemente a questo verifichiamo come lo studio approfondito, lo scambio di culture calcistiche nel mondo, l’abilità di tecnici e giocatori abbiano reso possibile il passaggio da una situazione originaria dove si giocava senza distinzione tra difensori e attaccanti ad una situazione dove l’organizzazione del gioco risulti fondamentale per il conseguimento del risultato. La storia del calcio è segnata dal passaggio di autorevoli personaggi. Nella nostra memoria sono impressi in maniera indelebile campioni che, con le loro qualità e gesta, hanno acceso la nostra fantasia. Allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere l’operato di molti allenatori che hanno messo in condizione questi campioni di valorizzare e dimostrare queste superiori qualità . Con il loro lavoro hanno di volta in volta trovato il modo o la soluzione per imporre la propria squadra superando le strategie avversarie esistenti e segnando di conseguenza il percorso del calcio e soprattutto della tattica ad esso applicata. L’evoluzione della tattica ha portato alla formazione di squadre sempre meglio organizzate e per questo superabili con maggiori difficoltà.
Considerato che il CALCIO non è una scienza ma era e rimane un gioco, mi chiedo quale senso possano avere i numeri che tanto si utilizzano adesso per descrivere un sistema di gioco, se non per indicare uno schema di partenza e dare l’idea di come una squadra possa affrontare la gara. Nel mio caso parlare di 3 – 3 – 4 significa infatti mettere in risalto quella che è la prerogativa del tipo di gioco che svilupperà la squadra. Viene naturale osservare che la squadra gioca su due linee: quella di attacco e quella di difesa.
Lo sviluppo del gioco, sia nella fase di possesso palla che nella fase di non possesso esalta le caratteristiche dei giocatori nei rispettivi ruoli e dà, nel caso degli attaccanti, ampio spazio al coraggio, all’estro ed alla fantasia. Io che considero il calcio una passione vera e profonda, provo una sensazione particolare nel vedere la squadra che si propone in campo per la gara con coraggio e disposta positivamente alla sfida con l’avversario.
Vivere quotidianamente questo gioco, ricercando e studiando diverse soluzioni, mi ha portato a provare direttamente in campo con la squadra tutto ciò che di bello questo sistema ci mette in condizione di fare. Lavorando in questo modo è capitato che determinate soluzioni tattiche mi siano state suggerite dall’atteggiamento o dalla disponibilità degli stessi giocatori. Ricordo particolarmente una stagione passata in cui mi sono trovato a disposizione numerosi attaccanti di notevole qualità e personalità; era un piacere vederli destreggiarsi e così, per farli convivere assieme e per ricreare l’equilibrio, ho inserito a centrocampo giocatori con caratteristiche difensive o dei difensori disponibili a sostenerli. Loro stessi si resero conto che i compagni di attacco si potevano trovare spesso in situazione di uno contro uno con l’avversario e con la possibilità di creare costantemente azioni pericolose con gli altri attaccanti.
Nell’arco della mia esperienza d’allenatore, passando dalle varie categorie dai dilettanti ai professionisti, attuando anche altri sistemi, la cosa che più ho perseguito è la partecipazione e il coinvolgimento dei giocatori nell’interpretare il sistema di gioco proposto.
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ImageShack.usCAPITOLO 1
Principi del gioco nella fase di non possesso palla1. Attacco al portatore di palla limitandone la visione di giocoTutta la squadra, ed in particolar modo gli attaccanti, deve uscire sul portatore di palla avversario e sui giocatori ad essa vicini. L’obiettivo è di non far vedere il gioco e di costringere l’avversario ad una giocata affrettata. I compagni hanno quindi la possibilità di poter intervenire conquistando palla o respingendo la stessa. Ai fini di una buona riuscita dell’azione è di fondamentale importanza che l’attaccante non ricerchi personalmente la conquista della palla. Deve pressarlo e poi eventualmente accompagnarlo (se porta palla), evitando così di farsi superare e non permettendogli di giocare una palla libera che metterebbe i compagni di centrocampo e difesa in difficoltà di intercettamento. Lo stesso principio, anche se in forma minore, vale per i centrocampisti che lo useranno prevalentemente come azione atta a guadagnare tempo per permettere ai compagni, sopra e distanti dalla palla, di riprendere posizione e riequilibrare la squadra.
2. Pressione e presa di posizione di anticipo sugli avversari vicini alla pallaMentre un giocatore attacca il portatore di palla avversario, i compagni vicini fanno pressione sugli avversari prendendo una posizione di anticipo . Gli attaccanti assumono una posizione di copertura di spazi e di eventuali passaggi laterali. Questo atteggiamento limita la squadra avversaria nel fare il proprio gioco, soprattutto se inizia l’azione con palla prevalentemente a terra dalla propria difesa. La costringe così a cambiare atteggiamento o a correre maggiori rischi in fase di possesso nella sua metà campo. Con questo aumenta la velocità del passaggio e la difficoltà di cercare e trovare soluzioni.
3. I giocatori distanti dalla palla prendono una posizione di copertura e di anticipo sugli avversariTutti i giocatori distanti dalla palla assumono una posizione o di copertura (quelli sulla diagonale rispetto alla palla) dif. e c/campisti o di anticipo su un avversario (quelli sulla verticale rispetto alla palla). Questo atteggiamento è molto importante perché permette ai difensori e ai c/campisti di esaltare quelle che sono le proprie qualità (vedi caratteristiche). I giocatori avversari sono costretti così a ricercare sempre soluzioni in velocità, aumentando perciò il rischio di errore. Il movimento sulla palla di uno dei difensori o c/campisti corrisponde sempre al movimento di copertura dei compagni di reparto. Gli attaccanti, una volta superati dalla palla, devono rientrare centralmente e possibilmente sopra la linea della palla. I centrocampisti e i difensori fanno un movimento di copertura delle zone centrali.
4. Priorità di copertura delle zone centrali del campoLa zona centrale del campo rimane prioritaria nella fase difensiva e la squadra deve lavorare, durante la gara, con riferimento costante a questo principio. I 3 c/campisti e i 3 difensori devono mantenere le distanze tra i due reparti e assumere una posizione centrale quando la palla è centrale o leggermente decentrata se la palla è laterale. Gli attaccanti una volta superati dalla palla hanno come obiettivo gli avversari liberi nelle zone centrali del campo perciò la loro corsa sarà rivolta ad essi. Il compito di presidiare e di intervenire sulle fasce laterali della metà campo difensiva è compito esclusivo di c/campisti e difensori.
5. L’azione difensiva si svolge prevalentemente sul movimento della palla e non dell’avversarioRisulta logico pensare e prevedere che il movimento dei c/campisti e dei difensori venga fatto, salvo rare eccezioni, solo sulla palla. Questo comporta centralmente delle difficoltà (che troveremo poi negli svantaggi di questo sistema) ma anche delle facilitazioni nel leggere le situazioni che sistematicamente si creano nella gara, semplificando, in un certo qual modo, il lavoro dei c/campisti e dei difensori. Con questo principio si può sopperire alla eventualità di una superiorità numerica dell’avversari (il difensore non accompagna il movimento dell’attaccante, ma va ad attaccare palla quando viene effettuato il passaggio su uno dei giocatori). La rotazione all’indietro degli altri giocatori determina le coperture e l’equilibrio della squadra.
CAPITOLO 2
Principi del gioco nella fase di possesso1. Gestione e valutazione tattica da parte del giocatore che entra in possesso di pallaQuando un giocatore entra in possesso della palla, deve farlo con estrema sicurezza, deve cioè privilegiare ad una giocata veloce e non del tutto sicura di successo, la capacità di gestirne il possesso, eventualmente proteggendola con il corpo dagli avversari per guadagnare tempo. La gestione può e deve essere fatta con l’aiuto dei compagni (giocatore n. 10 attaccato di spalle appoggia sul compagno n. 4 che vede il gioco).
N.B. Diversa può essere la gestione se in possesso va un attaccante in zona d’attacco, caso in cui si può anche rischiare una giocata rapida.
2. Ricerca di spazi e ricezione della palla da parte di tutti gli altri giocatori al momento della conquistaMentre un giocatore entra in possesso e gestisce, tutti gli altri compagni si muovono nelle direzioni predestinate. Posizioni che poi dovranno determinare per gli attaccanti delle corse negli spazi per ricevere palla o nella posizione assunta per determinare l’uno contro uno.
- n° 4 possesso palla
- n° 11 n°7 taglio d’appoggio
- n° 9 si muove per primo e va in direzione opposta
- n° 10 va ad occupare lo spazio del n°9.
In modo tale che il n° 4 abbia quattro soluzioni.
Per i centrocampisti di appoggio e sostegno:
- n° 4 copre palla e fa mezzo giro all’indietro
- n° 8 e n° 6 si allargano per poi correre dietro le spalle del centrocampista
avversario ed eventualmente ricevere palla.
Per i difensori di appoggio: in questa situazione è importante il movimento rapido e la capacità di prendere spazio all’indietro per allungare la squadra avversaria e per poi ricevere palla con più ampi tempi di gioco.
3. Organizzazione delle posizioni e dei movimenti senza palla dei vari reparti in relazione alla posizione della pallaLa palla è sempre il punto di riferimento di tutto il sistema, perciò la totalità dei movimenti è in funzione di essa ma su basi predeterminate.
a) La palla viene conquistata e gestita nella nostra zona difensiva; la squadra si dispone in questa maniera: gli attaccanti si allungano cercando la linea dei difensori avversari mantenendo tutti e quattro una posizione centrale, i centrocampisti esterni si allargano sulle linee laterali.Il centrocampista centrale si mette in una posizione diagonale rispetto alla palla. I difensori che non sono in possesso di palla, rimangono in appoggio al compagno così come il portiere.
b) La palla viene conquistata e gestita nella zona di centrocampo; i difensori si allargano e allungano all’indietro, i centrocampisti non in possesso si allargano, i due attaccanti centrali si allungano sulla linea dei difensori centrali avversari, i due attaccanti esterni si allargano.
c) La palla viene conquistata e gestita in zona d’attacco; i giocatori di centrocampo e difesa restano in appoggio. I compagni di reparto si muovono negli spazi con corse in diagonale. L’uomo più vicino alla palla determina sempre il movimento iniziale mentre gli altri agiscono di conseguenza. Questa situazione è una delle tante soluzioni che gli attaccanti hanno e che possono sviluppare tenendo sempre conto che l’uomo più vicino alla palla determina sempre il movimento iniziale.
4. Ricerca dell’uno contro uno nella metà campo avversariaa) Questo principio è un punto di riferimento costante del sistema quando la squadra è in possesso di palla. Il portiere inizia l’azione con palla lunga, sia da rimessa dal fondo sia dopo un intervento (parata), con giocata veloce per gli attaccanti che rapidamente si sono allungati sulla linea dei difensori avversari e sfruttano la palla spizzicata da uno dei compagni di reparto. Questa situazione ci dà la possibilità di entrare e di giocare nella metà campo avversaria con una azione rapida e di eludere il pressing organizzato degli avversari.
b) Gestione della palla da parte dei difensori e centrocampisti con gli attaccanti che si mettono nella condizione di ricevere palla negli spazi laterali e centrali e in linea con i difensori avversari.
5. Priorità dei movimenti e giocate verticaliDal portiere a tutti gli altri componenti della squadra, difensori, centrocampisti e attaccanti, c’è la ricerca costante del movimento e del passaggio in verticale sia esso in avanti per i centrocampisti e attaccanti o all’indietro per i difensori. Analizziamo per singolo reparto i movimenti e le giocate tra i reparti.
Difesa: i movimenti dei 3 difensori è prevalentemente in appoggio ai centrocampisti e agli stessi compagni di reparto. Questo avviene con un movimento all’indietro rispetto al possessore della palla. Più velocemente viene fatto il movimento più spazio si potrà ottenere per poter poi gestire la palla nella maniera migliore e giocarla su uno dei centrocampisti o su uno degli attaccanti centrali (movimento di incontro e di profondità degli attaccanti) o su uno dei laterali (movimento verso il centro davanti ai difensori).
Centrocampo: i 3 centrocampisti non fanno movimento di appoggio all’indietro quando uno dei componenti di reparto è in possesso di palla, ma solo quando si sono assicurati del possesso da parte del compagno (fino a quel momento rimangono vicini e quanto meno in una posizione leggermente arretrata rispetto alla palla). Talvolta, dopo un primo movimento laterale, d’intesa con il compagno in possesso e nel momento che lo stesso ha la possibilità di liberarsi per il passaggio, (il più delle volte avviene con un movimento a mezza luna o mezzo giro su l’avversario), fa una corsa in verticale di solito breve e in uno spazio centrale lasciato libero dall’attaccante. Al passaggio all’indietro sul difensore e al passaggio in verticale sui compagni di reparto, si aggiungono i passaggi sui due attaccanti centrali (uno corto e uno lungo) e su uno dei due attaccanti laterali, sui piedi quando è sulla linea laterale, sulla corsa quando si accentra con spostamento davanti al difensore avversario, nello spazio quando c’è campo tra portiere e difensore avversario.
Attacco: è il reparto che, una volta stabiliti i ruoli e le posizioni che ogni giocatore deve assumere in relazione alla posizione della palla, ha maggiore libertà d’iniziativa e di fantasia. Ogni singolo giocatore deve determinare, con o senza palla, imbarazzo alla difesa avversaria, la ricerca costante dell’uno contro uno, delle corse in diagonale, l’uno-due ecc…. Non avendo quasi mai sostegno con sovrapposizioni da parte dei centrocampisti è fondamentale un grande lavoro di intesa tra il reparto e grande qualità nei giocatori che lo compongono. Una delle abilità/situazioni fondamentali che i singoli giocatori nel reparto devono imparare molto bene è quella di riconoscere ed eseguire il movimento senza palla, e specificatamente quando il possesso e il controllo avviene nella nostra zona di difesa e in particolare negli ultimi 30 m.; in questo caso i 4 attaccanti si allungano centralmente fino alla linea dei difensori avversari se la squadra avversaria gioca con il libero (quest’ultimo diventa il riferimento della linea), per determinare un’azione offensiva su una eventuale palla lunga del compagno ed inserirsi sul colpo di testa dell’attaccante centrale (n.b. vedi caratteristiche giocatori). Nel caso la palla venga giocata sui centrocampisti o recuperata e gestita dagli stessi, il movimento degli attaccanti è di profondità e ampiezza per i laterali, di profondità per i centrali, tenendo sempre in considerazione che la corsa deve essere fatta sempre in diagonale rispetto alla palla.
CAPITOLO 3
Vantaggi e svantaggi del sistema1. Considerazioni generaliLa disposizione in campo dei giocatori in uno schema di partenza fa subito capire quale possa essere l’atteggiamento di una squadra. Più difficile, a mio parere, è capire quali siano gli equilibri che questa deve avere per superare l’avversario o per non essere superata. Se consideriamo, ad esempio, due dei concetti fondamentali sui quali si basa il gioco del calcio e cioè “il tempo e lo spazio”, possiamo capire e vedere quante e quali sfumature possano essere racchiuse in queste due parole. Se è vero che imparando a comunicare sempre meglio l’uomo ha risolto molti dei suoi problemi, è anche vero che nel calcio ha sempre più importanza, per potere superare l’avversario, la conoscenza di quello che si deve fare e di come lo si deve fare. La tattica è l’esempio più reale di come questo concetto sia importante. L‘esigenza del singolo di saper sempre di più leggere ed interpretare ogni situazione che gli si pone di fronte e soprattutto il farlo assieme ai compagni, lo mette in una posizione, a mio avviso, di vantaggio nel confronto di giocatori sempre più bravi sul piano tecnico ma meno sul piano della disponibilità alla conoscenza reciproca, Dopo questa premessa entriamo nel dettaglio a conoscere i vantaggi e gli svantaggi di questo sistema per guardare a 360° tutte le possibilità immedesimandosi (cosa importantissima) in chi il vantaggio o lo svantaggio lo sta vivendo.
2. Vantaggi1. Rapidità nel portare azioni e uomini nella metà campo avversaria
2. 4 giocatori con caratteristiche offensive in zona d’attacco
3. Non ci sono corse eccessivamente lunghe per effettuare sovrapposizioni o interscambi tra le parti cosa che si può riscontrare in altri sistemi di gioco specialmente con difesa a 4 giocatori
4. Molte soluzioni in fase d’attacco soprattutto per le caratteristiche dei giocatori (il difensore avversario, anche se di buona caratura, incontra molte difficoltà specialmente se non ha la possibilità di essere aiutato dai compagni)
5. 6 giocatori più il portiere che hanno compiti prevalentemente difensivi.
3. Svantaggi1. Si possono incontrare difficoltà con squadre con buona personalità e palleggio
2. Si incontrano situazioni di difficoltà nelle fasce laterali in zona difensiva, perché possono evitare la pressione con un abile dribbling.
3. Il difensore molte volte si trova in mezzo a due avversari
4. Gli attaccanti, non eseguendo una continua e precisa pressione sul portatore di palla, creano notevoli difficoltà agli altri reparti.
CAPITOLO 4
Caratteristiche dei giocatori1. PortiereÈ il giocatore che inizia l’azione e dalla sua scelta dipende gran parte della probabilità di successo della stessa. Di conseguenza deve essere dotato di buona tecnica di rilancio della palla e soprattutto intelligente dal punto di vista tattico. Deve rinviare la palla più o meno velocemente nella zona centrale della trequarti avversaria, cercando di calciare la palla forte e radente la testa dei compagni. Non deve, in via generale, “appoggiarsi” con palla al difensore vicino. Eventualmente può cercare con le mani il passaggio preciso, veloce e laterale verso metà campo per cambiare rapidamente fronte d’azione.
Per ottimizzare queste doti e saper interpretare e gestire i tempi di manovra è necessario:
• coinvolgere il portiere negli allenamenti tecnico-tattici della squadra
• richiedere la sua partecipazione attiva nello sviluppo dell’azione di attacco e di difesa
Per quanto riguarda la tecnica di difesa, il portiere deve essere predisposto all’uscita alta per essere di supporto ai compagni in caso di possibili attacchi laterali; allo stesso tempo deve possedere buone doti e soprattutto buon tempo di uscita bassa centrale per scongiurare i “tagli” avversari. Altro requisito importante richiesto al portiere che viene impiegato in questo modulo è il sostegno verbale ai compagni nelle azioni di ripiego o di possesso palla nella propria trequarti. Fisicamente deve essere di altezza superiore alla media, reattivo e dotato di buoni valori di forza esplosiva e abile nel destreggiarsi.
2. DifensoriSono 3 e le loro caratteristiche sono simili se non addirittura uguali. Sono in pratica dei difensori centrali con ottima predisposizione al gioco aereo, buon senso dell’anticipo, forti fisicamente e devono abbinare velocità e forza ad una buona dose di coraggio, dote fondamentale per interpretare il ruolo. Non si richiedono grandi doti tecniche nel passaggio.
3. CentrocampistiSono 3. Anche in questo reparto troviamo giocatori simili. Sono in pratica 3 centrocampisti centrali con doti di interdizione, bravi tatticamente e tecnicamente (anche in questo caso non è necessario ricercare questa qualità tra quelle primarie), forti fisicamente e devono abbinare resistenza e velocità ad una spiccata personalità.
4. AttaccantiSono 4. Le loro caratteristiche sono simili per gli attaccanti esterni mentre per i due centrali sono di prima punta e di seconda punta o rifinitore. I due attaccanti esterni devono essere forti fisicamente, resistenti, veloci, essere molto bravi nell’uno contro uno sia con la palla al piede che con appoggio al compagno. Buona predisposizione al sacrificio e buon senso tattico, devono sapersi adattare indifferentemente sia sulla fascia destra che su quella sinistra. La prima punta deve essere forte fisicamente, veloce, ottima sul gioco aereo, buona tecnicamente, deve saper presidiare l’area di rigore con grande personalità e coraggio. Egoismo ed altruismo si devono assemblare per il bene della squadra. La seconda punta (o rifinitore) deve essere molto brava tecnicamente e tatticamente, possedere nel proprio repertorio una vasta gamma di giocate, è il giocatore che con la sua personalità comanda il reparto.
Ezio Glerean** = ci sarebbe anche la parte sulla preparazione fisica, ma poi viene un papello chilometrico