| Mr. Rooney, il calciatore totale Ferguson lo fa giocare ovunque, lui si adatta e risulta sempre decisivo
L’altra sera la sua partita all’Olimpico durata esattamente 86 minuti e 14 secondi. Sufficienti per condannare la Roma a una sconfitta che ha il sapore della sentenza. In attesa dell’appello dell’Old Trafford, i numeri e la partita di Wayne Rooney segnalano l’affermazione e l’evoluzione di unastella. L’arida sintesi dello score dice che l’attaccante del Manchester United e dell’Inghilterra marted sera ha tirato due volte verso la porta, prima inquadrandola (e realizzando il raddoppio), quindi mancandola (una ciabattata dovuta forse alla stanchezza dopo un assist di Cristiano Ronaldo). Ha commesso anche quattro falli segno indiretto della sua disponibilit al sacrificio. Ferguson che normalmente lo utilizza da punta centrale, martedlo ha dirottato verso l’esterno. E lui ha agito dacalciatore totale, spesso coprendo l’intera fascia, sfiacandosi in un lavoro difensivo che solo un grande giocatore puaccettare senza battere ciglio. Dell’Inghilterra abbacchiata e un po’ a corto di talenti, luiil campione pisplendente. E quello piutile perchla duttilit che mette al servizio di Ferguson puregalare qualche bella soddisfazione anche a Fabio Capello. di Antonio Maglie
L’IRRESISTIBILE ASCESA Baby record in England prima o seconda punta saggio, completo, cinico
Quel giorno a Coimbra c’era anche lei, Victoria Adams, moglie di David Beckham con il solito codazzo di parenti, amiche e baby sitter. E dato che la nazionale inglese negli ultimi tempistata un fenomeno pidi costume che sportivo, i fotografi erano tutti per lei. Poi, in quel caldo 17 giungo di quattro anni fa accadde qualcosa in campo. Un ragazzetto ancora lentigginoso prese a pallate la Svizzera: a diciotto anni e duecentotrentasei giorni aveva messo a segno la sua prima doppietta con la maglia della nazionale ed era diventato il pigiovane goleador del torneo. Su quel trono, Wayne Rooney restappena cinque giorni perch poi arrivuno svizzero, Vonlanthen, che gli rubil titolo. Ma di Volanthen si hanno ormai flebili tracce, mentre Rooney sembra avviato a realizzare la profezia di Bobby Robson: Se tutto va bene saril migliore del mondo, un nuovo Maradona o Pel. La settimana scorsa, prima della sfida con la Francia, i giornalisti inglesi alimentarono il solito tormentone sulla punta centrale che alla nazionale mancherebbe: A me risulta che Rooney nel suo club giochi da prima punta. In questi mesi nel calcio inglese sono emerse molte novit , rispose il ct prima di beccare la prima sconfitta che lo ha fatto accomodare di diritto sulla graticola (ad alimentare le braci hanno provveduto le storie giudiziarie italiane legate alla Gea). In quella frase possibile trovare la traccia di una evoluzione. L’altra sera all’Olimpico contro la Roma il ragazzo tornato un po’ alle origini: attaccante esterno, seconda punta o decidete voi come chiamarlo. Era quello il suo ruolo quando con la maglia dell’Everton esorda sedici anni in Premier dopo aver portato la Primavera al trionfo nella Fa Cup di categoria; era quello il suo ruolo quando, nell’ottobre del 2002, si laurepigiovane goleador del campionato inglese segnando un gol in acrobazia all’Arsenal all’ultimo minuto cosinterrompendo una mega-serie positiva dei londinesi (trenta partite senza sconfitte); e per fargli ricoprire quel ruolo Sven Goran Eriksson lo chiamin nazionale nel febbraio del 2003, a 17 anni e 111 giorni (il titolo di pigiovane convocato glistato tolto da Teo Walcott ma non quello di pigiovane goleador). Alex Ferguson che per portarlo al Manchester United ordinal cassiere l’allentamento dei cordoni della borsa (costtrenta milioni di sterline, la cifra pialta spesa dalla societper l’ingaggio di un diciottenne) e scatena Goodison Park la rivolta dei tifosi dell’Everton che dal ragazzo (un vero e proprio ultr) si sentirono traditi, lo ha modellato, plasmato, trasformato in uncalciatore totale. Ora pugiocare prima punta o attaccante laterale, indifferentemente; puscambiarsi in campo il ruolo con Cristiano Ronaldo, Ryan Giggs e Saha. Lui non si tira indietro. Sarper questo che in Nazionale ha giaccumulato 42 presenze e che nel Manchester sia giarrivato a 181 (e settantacinque gol). In Champions quest’anno ha giocato 702 minuti, segnato quattro reti, regalato un assist e commesso anche quindici falli. Perchil ragazzo, come sicapito anche l’altra sera all’Olimpico, non ha problemi a sacrificarsi anche in fase difensiva. Il suo marchio di fabbrica lo scatto sul breve: devastante. Gli manca un solo colpo: quello di testa. Ma il destropossente e il sinistro non male. Ha grandi qualittecniche ma anche ottimo senso tattico e sa leggere la partita, sa quandoil tempo di eccedere con il dribbling e quando, invece, bisogna gestire il pallone in maniera pisobria. Insomma, giovane e saggio, completo e moderno. Ferguson lo fa giocare ovunque, lui si adatta e risulta sempre decisivo
UNA VITA DA DURO Viene dalla periferia di Liverpool, non canta l’inno: non sa le parole E’
nato in un quartiere di Liverpool, Croxteth, in cui la vita si prende a pugni o ti prende a pugni. Un quartiere duro, infestato da bande giovanili, balzato agli onori della cronaca nera lo scorso agosto quando un ragazzino in biciletta scaricun caricatore su un altro ragazzino di undici anni che stava tornando a casa dopo aver giocato a pallone. Rhys Jones era un tifoso dell’Everton e la domenica dopo l’omicidio Goodison Park si fermper ricordarlo. Il destino di Rooney, anche lui ultrdell’Everton,stato diverso: oraricco e famoso, ma di tanto in tanto si ricorda delle origini. Ora puanche mettere in programma un matrimonio da quattro milioni di euro. Sessanta famiglie invitate per quattro giorni di festeggiamenti, dal 10 al 14 giugno. Il 12 le nozze con la signorina Coleen McLoughlin che nella vita non fa praticamente nulla avendo rimpolpato il suo portafoglio con gli otto milioni di sterline prodotti dal libro che ha scritto sulla sua storia con Wayne. La ragazza si dedica a un’unica occupazione: lo shopping, ovviamente di lusso, secondo lo stile delle famose Wags, spose e fidanzate dei calciatori della nazionale, che fiumi di inchiostro hanno fatto versare ai giornali tedeschi durante il Mondiale. La ragazza sulpalcoscenicoera indecisa: Italia o Francia. Alla fine ha scelto la Costa Azzurra. Tanto a spostare la gente con jet privati ci penser il piccolo Wayne. Su uno di essi si imbarcher anche il pugile Ricky Hutton: un omaggio alle sue passioni e alle sue origini. Al ragazzo gli sport duri, violenti piacciono. Frequenta le arene, insieme a Cristiano Ronaldo. Con il portoghese l’amicizia praticamente rinata. Quando Inghilterra e Portogallo si affrontarono ai mondiali tedeschi, Wayne, animo da ragazzaccio, pensbene di passeggiare sugli zebedei di Ricardo Carvalho. Ronaldo se ne accorse e allertl’arbitro che cacci dal campo Rooney. Rissa fra i due con pubblici insulti a mezzo stampa. Pugilato e arti marziali hanno riunito quel che gli zebedei di Carvalho avevano diviso. Wayne, d’altro canto, ha del calcio una idea da lottatore e lo si capisce vedendolo in campo. Il football come il pugilato, se sali sul ring con la paura addosso finisci ko , ha detto ricordando il padre, evidentemente, pugile di non grandissime fortune. La madre lo partoril 24 ottobre dell’85 nell’ospedale di Croxteth ma la sua scuolastata la strada, il calcio di strada: ne ha assorbito le durezze, le asperit. Lo ha anche raccontato: Appena potevo mi univo ai miei amici in durissime partite sulla ghiaia: scavalcavo un muro sul retro che dava su un campo di calcio a cinque. Le porte erano i pali, finivo sempre con le gambe sbucciate, il massimo. Il richiamo della stradatroppo forte . Sulla ghiaia ha continuato a giocare anche dopo aver debuttato in Premier con la maglia dell’Everton. Ovviamente anche lui stato coinvolto nelle solite storie di orge, vero must del calcio inglese di un certo livello. Per i modi e le conoscenze nonun baronetto. Nonun caso che nei giorni scorsi abbia fatto rumore una rivelazione del Sun: non canta l’inno (Dio salvi la regina) perchnon sa le parole. Abbastanza per scatenare l’ira della Royal Society of St George che attraverso il suo portavoce, Bob Peedle, ha tuonato: E’ un esempio negativo per i giovani che lo considerano un idolo. Immagino che a Rooney non sia mai stato insegnato il testo. Non conosce il significato delle parole ma dovrebbe impararlo, non solo perchrappresenta il calcio inglese. E’ dovere di ogni inglese cantare l’inno. Forse un po’ troppo per uno che rotola sulla ghiaia e viene da Croxteth.
fonti:http://edicola.corrieredellosport.it
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