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I SUOI PRIMI ANNI: Francesc “Cesc” Fàbregas Soler nasce ad Arenys de Mar, bellissimo borgo marinaro della Costa Brava, in Catalogna, il 4 maggio del 1987. Bambino cresciuto fra la Riera, il lungo viale alberato che arriva sino al mare ed il Paseo Maritimo, la rambla dove si vive a pane e Barça, Fabregas entra piccolissimo nel settore giovanile azulgrana e fa tutta la trafila. Ma il sogno di calcare il prato del Camp Nou con la cam iseta da titolare non si è mai avverato. Messosi in luce con la rappresentativa Under 16 spagnola, il giovane Cesc entra sin da subito nel mirino dei più grandi clubs inglesi, specializzati nel “ratto dei sabini”, grazie al monitorare continuo dei migliori europei in scadenza di contratto nei settori giovanili. E’ l’Arsenal il più lesto, come spesso accade: con un autentico blitz a Barcellona, nel luglio del 2003, i dirigenti londinesi convincono il ragazzo a lasciare la Catalogna per tentare la grande avventura ad Highbury. Spiazzati, i catalani non possono far nulla per impedire la fuga e devono accontentarsi di un “risarcimento” di due milioni e mezzo di sterline. L’impatto con Londra non è, però, immediato: il ragazzo trascorre il mese di agosto in Finlandia con la Nazionale Under 17 iberica per disputare i Mondiali di categoria. Per Fabregas è un autentico “crack”: la sua Spagna finisce seconda alle spalle del Brasile di Evandro ed Ederson, ma lui viene incoronato Miglior Giocatore del Torneo, cui si aggiunge l’alloro come miglior marcatore, grazie alle cinque reti in quattro partite disputate dall’inizio. Partito, infatti, dalla panchina nei primi due incontri della fase eliminatoria, non è più uscito dopo il goal segnato agli Stati Uniti. Due doppiette contro Portogallo ed Argentina lo proiettano nell’olimpo dei futuri grandi. Ora tutti parlano di lui, a Londra si fregano le mani, a Barcellona se le mangiano.
ROTTA VERSO IL SUCCESSO: Quando uno nasce predestinato, non c’è da stupirsi se i records crollano e se si bruciano le tappe. Il 23 ottobre del 2003 Fabregas diventa, a sedici anni e centosettantasette giorni, il più giovane debuttante in prima squadra nell’ultracentenaria storia dell’Arsenal Football Club. La partita è un preliminare di Carling Cup contro il Rotherham United, squadretta scesa ad Highbury dal South Yorkshire per inchiodare i blasonati padroni di casa sull’uno ad uno. Vincono i Gunners ai calci di rigore, ma la partita resta ovviamente negli annali per un altro motivo. Così come un’altra partita di Coppa di Lega, due mesi dopo: questa volta di scena ad Highbury ci sono i Wolverhampton Wanderers, che vengono sepolti sotto un pesante 5-1: ma quel che conta è che un ragazzo di sedici anni con la maglia numero 57 raccoglie ad un metro dalla riga di porta l’assist di Wiltord ed insacca il suo primo gol con la maglia dell’Arsenal. E’ solo la sua seconda presenza in prima squadra, ma Fabregas diventa anche il più giovane goleador della storia del club londinese. La stagione successiva agli esordi non è il massimo della vita per uno che vuole spaccare il mondo: davanti a lui c’è un mostro sacro come Vieira, scalzarlo appare un’impresa titanica. Approfittando anche dei molti infortuni del francese, Cesc entra spesso e gioca bene, esordisce sia in Premier che in Champions e segna in entrambe le competizioni, convincendo sempre più Arsene Wenger che il futuro dei Gunners sia nei piedi e nel cervello di quel ragazzo che lo stesso tecnico alsaziano ha recentemente definito come “l’unico che mi ricorda tantissimo Michel Platini”, ma obiettivamente le differenze sono molte. Gioca già da titolare la finale di Coppa d’Inghilterra 2005, vinta ai rigori contro il Manchester United al Millennium di Cardiff, e questo è già un segnale. A fine stagione Vieira viene ceduto alla Juventus, Fabregas prende il timone e diventa a tutti gli effetti l’Architetto di Highbury.
LE SUE QUALITA': Le ultime due stagioni hanno fatto di Fabregas il regista più stimato di tutto il panorama mondiale. A soli vent’anni e mezzo gioca ed è considerato dai compagni come un veterano, ha già raggiunto 142 presenze ufficiali con l’Arsenal, con 23 gol segnati, ha già vestito per 22 volte la maglia della Nazionale spagnola. Numeri da leader che, associati alle sue grandi qualità, ne fanno il probabile futuro dominatore del ruolo per i prossimi dieci, quindici anni. Grande visione di gioco, tecnica sopraffina, ma anche un enorme spirito di sacrificio in fase difensiva: un centrocampista moderno, completo, con una conclusione dalla distanza spesso e volentieri letale.
IL FUTURO: La continua crescita di Fabregas ha, ovviamente, fatto rizzare le antenne ai grandi clubs di mezza Europa. Ma Wenger non sembra proprio intenzionato a privarsi dell’Architetto che lui stesso ha “architettato”. La sua valutazione cresce di settimana in settimana, ultimamente si è parlato di trentacinque milioni di euro, ma il tecnico di Strasburgo ha recentemente detto che non se ne priverebbe nemmeno se gliene dessero cento. Soprattutto chi l'ha perso per appena due milioni e mezzo di sterline quattro anni fa sta pensando di investire un capitale enorme per riportarlo a casa: stranezze di un calcio dove oramai è rimasto davvero poco di cui stupirsi. Per fortuna le giocate purissime di Cesc sono di quelle che lasciano ancora a bocca aperta e senza fiato, esattamente come i grandi campioni di tanto tempo fa...
Matteo Asquasciati
fonte:goal.com
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