Wayne Rooney

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ciambella_96
CAT_IMG Posted on 1/4/2010, 09:24     +1   -1




starà fuori più di un mese, adesso sarà durissima per lo United nel periodo della sua assenza
 
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lamans
CAT_IMG Posted on 21/10/2010, 00:04     +1   -1




Manchester United, Rooney dirama un comunicato: "Voglio andare via"

www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=234492
 
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Carlos Ray
CAT_IMG Posted on 21/10/2010, 08:37     +1   -1




E che palle...lui, come al solito, può essere comprato solo dai soliti 4-5 top club, senza che ci sia veramente bisogno di lui: in particolare mi riferisco a Real, Barcellona e Manchester City, il Chelsea pure e preferirei vederli lanciare qualche altro giovane (Borini) visto che Drogba e Anelka, anche se continuano a segnare molto, sono dal lato sbagliato dei trenta...comunque, appunto, continuano a rendere e Rooney nell'immediato non servirebbe nemmeno a loro. Anche all'Inter non servirebbe.
Insomma, non mi dispiacerebbe che Rooney, in controtendenza con l'usualità del calcio moderno, scegliesse una squadra che possa dargli meno soldi ma ancora da portare al top, non proprio una scarsissima ma una già in lotta per le prime posizioni nel suo campionato.
Si, insomma, alla Juve...
 
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PAZZOLAZIALE
CAT_IMG Posted on 30/10/2010, 18:48     +1   -1




... Tuttavia sarebbe affascinante se Rooney tornasse là dove per lui è cominciato praticamente tutto.

Ed è una squadra che malgrado non stia facendo BENISSIMO ma forse neanche bene (poi chiaramente dipende dai punti di vista) non ha davvero nulla da invidiare, come potenziale, a tantissime squadre europee di buonissima caratura.
 
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Carlos Ray
CAT_IMG Posted on 30/10/2010, 22:29     +1   -1




Pero' ha rinnovato...
 
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Nicolas94
CAT_IMG Posted on 31/12/2010, 14:23     +1   -1




E' un fuoriclasse uno dei giocatori più forti sul pianeta. Si perde nei suoi "gol extra-coniugali" ma in campo ha sempre grinta e forza. Un gladiatore con una tecnica sopraffina il cuore pulsante del Manchester e della Nazionale Inglese
 
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zar_ucraino
CAT_IMG Posted on 13/5/2011, 22:15     +1   -1




chissà, magari in questo mercato estivo passa al Real di mou....
 
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Nicolas94
CAT_IMG Posted on 14/5/2011, 06:46     +1   -1




CITAZIONE
chissà, magari in questo mercato estivo passa al Real di mou....

Noo vi prego!
 
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zar_ucraino
CAT_IMG Posted on 14/5/2011, 16:18     +1   -1




CITAZIONE (Nicolas94 @ 14/5/2011, 07:46) 
CITAZIONE
chissà, magari in questo mercato estivo passa al Real di mou....

Noo vi prego!

tanto i blancos si possono permettere tutte le cifre di sto mondo :lol:
 
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CAT_IMG Posted on 13/10/2014, 06:13     +1   -1

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Con il gol di ieri, è a meno 6 dal record di segnature del mitico Bobby Charlton con la maglia della Nazionale. Sicuramente non è più il giocatore fenomenale e spaccapartite di qualche anno fa, rimane uno dei migliori calciatori inglesi in circolazione
 
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NicolaAsd
CAT_IMG Posted on 14/10/2014, 17:39     +1   -1




CITAZIONE
rimane uno dei migliori calciatori inglesi in circolazione

E' sempre il migliore
 
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CAT_IMG Posted on 14/10/2014, 17:42     +1   -1

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CITAZIONE (NicolaAsd @ 14/10/2014, 18:39) 
CITAZIONE
rimane uno dei migliori calciatori inglesi in circolazione

E' sempre il migliore

Dopo Sterling e Sturridge, secondo me. Poi, de gustibus :)
 
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CAT_IMG Posted on 26/12/2014, 19:26     +1   -1

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Come dissi un paio di mesi fa, con il passare del tempo non è diventato ciò che ci si aspettava, ma non per questo va sottovalutato come vedo fare spesso. Quest'anno sta giocando da centrocampista centrale vista la presenza di van Persie, Falcao e Wilson in attacco e ha già segnato 8 gol, più di molti attaccanti puri della Premier League.
 
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CAT_IMG Posted on 12/6/2021, 13:04     +1   -1

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La storia dell’ultimo 9 di strada



Il 19 Ottobre 2002, l’Arsenal visitava Goodison Park per disputare una partita che rese più grande la storia della Premier League. Arsène Wenger e Thierry Henry comandavano una squadra che ricevette l’appellativo di “Invincibili” e che in quel momento preciso, accumulava l’incredibile cifra di 30 partite senza perdere. Accadde al minuto 81 quando un giovane David Moyes prese la decisione di far entrare in campo la grande promessa delle giovanili dell’Everton, un ragazzino di 16 anni di cui aveva dichiarato trattarsi dell’ultimo esponente del calcio da strada in Inghilterra. Dopo poco tempo, l’Everton lanciò lungo, ci fu la spizzata di testa e il pallone arrivò vicino a Wayne, a circa 30 metri dalla porta. Pallone che arrivava alto, senza controllo, però lui lo stoppò con la punta del piede e con un anomalo anche se coordinato giro di 360° sfidò la marcatura del corpulento Sol Campbell e indirizzò il suo incredibile tiro verso la porta di Jens Lehmann: <<oh! What can they do? Remember this name! Wayne Rooney!>> commentava il profetico telecronista dell’incontro. Così incominciò una storia che vale la pena ricordare.

Eriksson diede spazio a Rooney a 18 anni e fu protagonista di un Europeo sontuoso

A livello internazionale il primo gran torneo nella vita di Rooney fu l’Europeo del 2004. Appena aveva compiuto la maggiore età quando Sven Goran Eriksson gli regalò la titolarità con la nazionale inglese. Nessuno ha creduto tanto in Rooney come Sven-Goran Eriksson. Era pazzo di lui. E Wayne rispose. Il suo debutto contro la Francia fu impattante, si mostrò ultra partecipativo nella manovra, in una zona che in quel momento i campioni in carica custodivano con gli anticipi di Thuram e le vigilanze di Makelele e Vieira. Per zona di campo, coincideva maggiormente con l’incredibile box to box gunner e fianco a fianco, in ogni spalla a spalla era il più grosso Patrick ad avere la peggio. Rooney uscì dal campo sull’1-0. Nel recupero, Zidane segnò due reti e rimontò la partita. Quella sconfitta rischiava di compromettere il cammino dell’Inghilterra, però nella seconda e terza partita del girone, un Rooney sontuoso segnò quattro gol per portare i suoi ai quarti. Lì se la sarebbe vista con i padroni di casa del Portogallo, con i lusitani che passarono alla fine il turno grazie ai calci di rigore. Però non dimentichiamo una cosa: Rooney uscì infortunato dal campo al minuto 15 di quella sera. Sarebbe uscita l’Inghilterra con Rooney disponibile per tutta la gara? Che cosa si sarebbe detto di Wayne se avesse portato la sua nazionale a vincere l’Europeo a soli 18 anni? Non lo sapremo mai.

Wayne Rooney arriva ad un Manchester United che era nel mezzo di due cicli trionfali.

All’epoca il Manchester United attraversava un fase di cambio di ciclo. I Fergie Boys del Treble del 1999 avevano perso la freschezza dei bei tempi e l’impulso che Sir Alex aveva tentato di dare con l’attaccante Ruud Van Nistelrooy non aveva soddisfatto tutte le necessità creatasi. Bisognava iniziare a costruire una nuova squadra. In realtà, il processo era iniziato l’estate precedente con l’arrivo di Cristiano Ronaldo, però divenne palese con l’arrivo del wonder boy inglese. Solo Ronaldinho, autore di 9 mesi magici dopo il suo arrivo al Camp Nou, poteva togliere le luci della ribalta a Wayne Rooney. Era destinato a comandare la squadra di Old Trafford verso una nuova vittoria in Champions League. Difficoltà? Il Chelsea FC dell’auto proclamatosi “Special One” José Mourinho era deciso a prendersi l’egemonia del calcio inglese guidando una squadra con dei giocatori più pronti e uno stile di gioco che avrebbe reso obsoleto i principi di gioco della prima era Ferguson. C’era molto lavoro da fare per i Diavoli Rossi. Le prime due stagioni con Wayne furono di dominio per il Chelsea di Mou.
Arriviamo al Mondiale di Germania nel 2006, un appuntamento che entusiasmava l’Inghilterra perché contava su una base di giocatori con esperienza e qualità comprovata in Champions League e li vedeva come una delle favorite. Ferdinand, Terry, Ashley Cole, Scholes, Gerrard, Lampard, Bechkam, Owen. Quel “hype” non era ingiustificato. Però siccome nella nazionale inglese non c’è mai felicità piena, la sua stella offensiva Wayne, si era infortunato a meno di un mese dall’inizio della Coppa del Mondo. Eriksson, come sempre scommise su di lui dicendo che era troppo superiore alle alternative, però in questa occasione il crack non poté rispondere alla fiducia dell’allenatore. Non aveva ritmo di gioco per quel torneo. Ci provava però non ci riusciva. Di conseguenza la sua testa andò in cortocircuito fino a quando nell’incontro dei quarti, in un duello, Rooney calpestò Carvalho nelle parti basse e vide il cartellino rosso. Sarebbe arrivato a fare ciò Rooney arrivando in miglior forma a quel Mondiale tanto atteso? Non si saprà mai. Quello che si sa è che quell’incidente fu il detonante finale di ciò che avrebbe cambiato per sempre la sua carriera: L’esplosione totale di Cristiano Ronaldo.
Quando il Manchester United era pronto ed aspettava solo un leader che lo portasse al trionfo, esplose Cristiano
Cristiano Ronaldo assistette all’aggressione di Rooney in un luogo privilegiato, a pochi metri da lui e Carvalho, andando dall’arbitro a protestare per l’accaduto. In un primo momento, Wayne sembrò colpevolizzarlo dell’espulsione subita, chi ovviamente lo fece fu il pubblico inglese che già di suo non sentiva speciale simpatia per l’esterno portoghese. All’improvviso il 7 del Manchester United divenne il nemico pubblico numero della Premier League, a tal punto che il suo addio dall’Inghilterra sembrava essere inevitabile. Però come confessò Ferguson anni dopo, fu lo stesso Rooney che telefonò a Cristiano per convincerlo che uniti, avrebbero cambiato la situazione tra i due. Cristiano rimase e sopportò essere fischiato in ogni partita che i Red Devils affrontavano in trasferta, convertendo i fischi in un extra di motivazione che lo portarono a maturare e arrivare a tiranneggiare con pugno di ferro la Premier. Ronaldo e Rooney, coetanei nei loro anni di massima esuberanza. Ma solo uno poteva essere il leader di quel progetto. Van der Sar, Ferdinand, Vidic, Evra, Carrick, Fletcher, Park, Tevez…più gli ultimi anni di Scholes e Giggs. E alla fine il numero 1 fu Cristiano.
Il triennio virtuoso di Cristiano Ronaldo a Old Trafford, nel quale Rooney ebbe un peso enorme, come differenziale seconda spada e uomo sempre pronto a compensare il sistema offensivo che si basava su potenziare al portoghese, si chiuse con tre Premier League e una Champions. Nelle altre due, il Manchester United cadde in semifinale contro il Milan e in finale contro il Barcellona. I futuri campioni.

Il ciclo trionfale di quel Manchester United si spense con l’addio di Cristiano Ronaldo e Carlos Tevez.

Dopo aver perso la finale di Roma, Ronaldo fece le valige ed andò in Spagna. In maniera inaspettata, Tevez fece lo stesso con un destino inaspettato, l’altro club della città, il Manchester City. Ferguson aveva perso il suo numero uno e il suo numero tre, vedendosi forzato a far salire Rooney al primo posto del podio, ed in teoria di attorniarlo di giocatori di élite. La leggenda racconta che l’obiettivo radicava in investire la somma ottenuta dalle due cessioni in un trio di giocatori referenziali che avrebbero aiutato a gestire il colpo avuto con quelle due grandi partenze. Allo stesso modo che qualche anno prima, la Juventus pagò Buffon, Thuram e Nedved con i soldi di Zidane, il Manchester United aspirava ad avere De Rossi, Snejder e Ribery. Immaginatevi cosa avrebbero potuto combinare Rooney con questi tre dietro di lui. Però in maniera imprevista, nessuna delle tre operazioni andò a buon fine e a Old Trafford arrivò soltanto Antonio Valencia. L’ecuadoriano per Tevez e Ronaldo. Detto tutto. In questo consistette l’estate 2009 dei diavoli rossi: Così iniziò il regno di tre anni di Wayne Rooney.
E la prova che il fenomeno inglese era all’altezza si ebbe in quella stagione che era teoricamente condannata in partenza alla disperazione, la 2009-2010. Rooney giocando come “9” nello schema di Sir Alex arrivò a 31 gol in 38 partite, consacrandosi come un uomo capacitato per sostenere, ispirare e giustificare un intero sistema offensivo. Era una macchina da guerra nel creare occasioni (sommò 5,7 tiri a partita) e sviluppò una versatilità che lo convertì perfino in un colpitore di testa d’elite, il che diede l’opportunità al Manchester United di mantenere attiva quella parte del playbook che prima concludeva con dei cross verso Cristiano Ronaldo. Inoltre, Wayne appariva in ogni grande appuntamento, come successe per esempio nella doppia sfida col Milan di Leonardo e Ronaldinho negli ottavi di Champions dove realizzò 4 reti e massacrò il triangolo formato da Nesta-Thiago Silva-Pirlo costringendo i tre ad un ritmo che non era alla loro portata. E così arrivarono ai quarti, dove ad aspettarli c’era il Bayern Monaco di Louis Van Gaal. Momento trascendentale della sua vita da calciatore. Un Rooney eccezionale porta in vantaggio i Diavoli Rossi al primo minuto di gioco in Germania, però di nuovo, nel momento meno indicato, si infortuna. I bavaresi riescono a rimontare e siglare il 2-1 nel recupero, però la notizia peggiore per la tifoseria inglese sarebbe stata la confessione di Ferguson in conferenza stampa: Si calcolavano tra le quattro e le sei settimane di assenza per la sua grande stella. Si sarebbe perso il ritorno, l’ipotetica semifinale e cinque partite di Premier, nella quale si stavano affrontando in un duello molto intenso con l’allora Chelsea di Carlo Ancelotti.
Rooney prese il Manchester United dal basso e lo portò a rendere di nuovo come una grande squadra.
Una settimana dopo, ad Old Trafford contro Robben e Ribery, Rooney scese in campo per l’euforia della tifoseria e di tutto il calcio europeo. Il miracolo accaduto sembrava inspiegabile, però divenne una realtà quando prima ancora di arrivare alle 21:30, il Manchester United già dominava nel risultato per 3-0. Era la sua ora, l’aveva aspettata per tutta la sua carriera mentre prima Cristiano Ronaldo gliel’aveva portata via sul più bello. Però nell’ennesimo capitolo di sfortuna nella sua carriera, l’attaccante ricadde infortunato e abbandonò il campo. Senza di lui sul terreno di gioco, il genio olandese del Bayern Monaco realizzò un capolavoro che siglò il 3-2 definitivo in uno dei gol più ricordati della sua carriera. Avrebbe vinto l’Inter di Mourinho quella coppa se Wayne Rooney non avesse sofferto quell’infortunio? Non si saprà mai. Si sa però che il Chelsea finì per completare il tutto proclamandosi campione d’Inghilterra 2009-2010 con un punto di vantaggio sul Manchester United, col nostro protagonista che si perse i tre match del rush finale. Di quelle gare lo United ne vinse solo una. Il resto furono un pareggio col Blackpool e una sconfitta...ovviamente contro il Chelsea poi campione.
Rooney iniziò ad innervosirsi notando che Ferguson non stava costruendo una squadra vincente
Rooney, protagonista di una stagione che con un poco di fortuna si sarebbe potuta concludere meritatamente con il Pallone d’Oro, non entrò nemmeno nella lista dei 23 più votati della cerimonia.
Il successivo passaggio vide chissà, l’errore di Ferguson che si sbagliò con lui. L’inizio della fine.
Wayne aveva svolto egregiamente un improbo lavoro nella stagione successiva all’addio di Cristiano Ronaldo e Carlo Tevez a cambio soltanto di Antonio Valencia. 12 mesi dopo, se qualcosa era chiaro è che lui era più che capacitato per essere la stella di un progetto che aspirasse ad alzare al cielo la Champions League. Aveva solo bisogno di un poco di aiuto, qualcosa come quel pack di De Rossi, Sneijder e Ribery di cui si era parlato prima.
Nonostante questo, il rinforzo più importante del Manchester United nella stagione 2010-2011 fu Chicarito Hernandez. Un attaccante centrale che si univa a Berbatov già presente in squadra e che sarebbe andato ad avere un importante peso nella formazione.
La traduzione del tutto fu che Rooney dovette abbandonare il ruolo dove aveva offerto il miglior rendimento della sua vita, un rendimento da top 5 mondiale. E cedere protagonismo e status in favore di Cristiano poteva andar bene, però farlo a favore del messicano o del bulgaro era qualcosa che non poteva ne voleva accettare. Perché invece di accompagnarlo e potenzialo, lo toglievano dal suo ruolo ideale?
E poco dopo si produsse l’episodio che avrebbe trasformato senza retromarcia la sua relazione con Ferguson e l’opinione pubblica: A metà di Ottobre del 2010, in pieno svolgimento della nuova stagione, dichiarò che voleva lasciare il Manchester United. Allenatore, stella e tifoseria successivamente fecero pace e ottennero una nuova finale di Champions da giocare (persa ancora col Barcellona). Però da quel giorno sarebbero rimaste le ferite in un rapporto e non si sarebbero mai più cicatrizzate. Con un altro particolare: la stagione successiva, la 2011-2012, sarebbe stata la decima della sua carriera. La sua effervescenza fisica si stava prosciugando. E difatti, da lì in avanti non sarebbe mai più tornato ad esibire la sua massima esplosività sul campo.

Da la sensazione che a Rooney sia mancata fortuna nei momenti chiave per poter passare maggiormente alla storia.

Gli anni finali son facili da ricordare. Dopo che il Manchester City di Roberto Mancini sottrasse una nuova Premier a Rooney e compagni, con quel golazo storico del Kun Aguero all’ultimo minuto, Ferguson decise l’ultimo movimento di mercato che metteva la parola fine al ruolo di leader di Rooney, ovvero l’acquisto di Robin Van Persie. In quella che sarebbe stata l’ultima stagione di Sir Alex come allenatore, costruì un sistema basato maggiormente nel gioco diretto verso l’attaccante olandese e relegò Wayne ad un ruolo secondario. Così secondario che fu perfino sacrificato a favore di Danny Welbeck nella partita di Champions decisiva contro il Real Madrid di Mourinho. Così iniziò il periodo nel quale Rooney si riciclò come centrocampista approfittando del suo dominio del gioco e della sua capacità di sacrifico, però quella era una cosa che non faceva altro che nascondere che già nessuno, eccezion fatta per lui stesso, aveva ormai più fiducia che potesse fare la differenza come un tempo. Non si sa che cosa sarebbe successo se avesse avuto un'altra possibilità. Magari, senza la potenza nel motore dei suoi inizi, già non meritava un grande sistema offensivo costruito intorno a lui. Detto questo, si sa che, prendendo la decisione contraria, il Manchester United, fino al giorno d’oggi non è tornato ad essere una squadra all’altezza del suo potenziale come club. Si sa anche, purtroppo, che almeno fuori dall’Inghilterra non verrà ricordato, come non verrà ricordato lo splendido calcio che praticava e che meritava senz’altro di rimanere impresso sui libri di storia.

Traduzione testo: www.ecosdelbalon.com/.../analisis-carrera.../
 
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58 replies since 8/1/2008, 14:06   2571 views
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