Mourad Meghni
Redazione05-01-2015 16:00
É dura essere etichettato come un predestinato, non riesci più a scrollartelo di dosso. E oltrepassare quella linea di demarcazione che divide i campioni affermati dalle eterne promesse. Alcuni ci riescono e scrivono la storia. Altri la sfiorano soltanto, semplicemente predestinati mancati. Giocatori alla continua ricerca della propria dimensione, sempre lì, in balia di periodi ipotetici e condizionali che ne scandiscono la carriera. Accanto ai vari Freddy Adu, Nicolas Millan e Vincenzo Sarno, solo per citarne alcuni, va inserito anche Mourad Meghni, ex enfant prodige. Trent'anni, e la scelta di ripartire dallo Champs Futsal, società francese di calcio a 5 situata a Champs Sur Marne, un piccolo paesino vicino Parigi.
A 17 anni vince prima lo Scudetto Allievi con il Bologna, sconfiggendo in finale la Roma di Aquilani, e poi trionfa con la Francia ai Mondiali Under 17, segnando anche un gol contro gli Stati Uniti nella fase a gironi. Per via delle sue origini algerine, sceglierà di vestire la maglia delle Volpi del Deserto nel 2010, diventandone subito una sorta di eroe nazionale. In patria, infatti, una sua breve biografia è stata addirittura inserita nei libri di scuola media. Soprannominato Petit Zizou, sfornava assist col contagiri grazie alla sua classe sopraffina, si muoveva tra le linee e mandava a spasso le difese avversarie con la sua imprevedibilità, pur non possedendo una dirompente velocità di base.
Tanti, troppi acciacchi però, e una personalità discontinua per poter gestire un simile talento. Bologna, Roma sponda Lazio, e alti (pochi) e bassi (molti). Un lampo nella gara di Champions contro il Werder Brema, assist a Rocchi dopo aver dribblato due avversari, e poi un rigore procurato. Dopo aver rescisso il contratto coi biancocelesti è sbarcato in Qatar, dove ha messo a segno diversi gol con le maglie di Umm-Salam, Al-Khor e Lekhwiya (poker all'esordio in campionato).
Oggi ricomincia dal calcetto, lontano da quei riflettori che non gli sono mai andati a genio. Rimpianti sì, ma ancora in gioco a modo suo. Tra tutti i compagni di club che il trequartista algerino ha avuto nelle squadre giovanili in cui ha vinto trofei (Francia U17 e Bologna, tra cui si ricordano altre promesse non mantenute come Bangura, Carlos Alberto, Della Rocca, Rounstroem e Sinama-Pongolle), nessuno è mai riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nel calcio che conta. Semplici coincidenze? Forse, ma almeno dalle parti di Meghni, il talento è sempre stato di casa. E a modo suo è ancor lì a cercarne l'espressione.
A cura di Francesco Pietrella
http://gianlucadimarzio.com/altri-campiona...dal-calcio-a-5/Ve lo ricordate? era lentissimoooo