@ SPECIAL?guarda, ti rispondo così: per me Esteban Cambiasso è stato uno dei migliori colpi di mercato
in Europa degli ultimi 20 anni considerando il rapporto qualità-prezzo (i classici "affari" Made in Real,
tipo Robben-Sneijder ed altri regali, proprio perché hanno sempre un progetto chiaro... ), e Thiago Motta
han fatto benissimo a comprarlo, al di là dell'espulsione in semifinale che poteva costare cara - quindi non son certo 2 "piedi quadrati"
dico solo che, su questo spero siamo d'accordo, ci sono alcuni allenatori che interpretano il doppio mediano
più in chiave-rottura che in chiave costruzione di gioco, mentre altri mettono un interdittore ed un regista
(Pizarro è l'esempio perfetto) - non a caso spesso in quel ruolo viene messo (anche ieri, visto che le visioni di calcio
di Benitez e Mourinho non son molto dissimili, checché se ne dica: il possesso palla di cui si riempie la bocca lo spagnolo
non è mai stato sinonimo di spettacolo e "propositività") il grandissimo Javier, di cui ammiro la duttilità ma che certo non definirei regista...
- poi, ovvio, un interista come te magari ricorda ancora con terrore il marzo 2007, dove per ribaltare un 2-2 in casa
col Valencia, al ritorno al Mestalla Roberto Mancini schiera il suo rombo con oltre ai 4 difensori
un centrocampo con Burdisso (!!)-Dacourt-Zanetti, che insieme al portiere farebbero quasi 8 "difendenti" (!),
poi finisce STRANAMENTE 0-0 (che strano, senza gol...) e in rissa, e dunque è chiaro che il 4-2-3-1 di Mourinho
ti sembri calcio-champagne rivoluzionario... questione di prospettive e di punti di vista...
@ CarlosRayalla faccia! e poi io sarei quello troppo offensivista?!
sul fatto dei trequartisti siamo super-d'accordo, in effetti oltre alla scelta dei mediani, la differenza di "qualità"
è causata anche da quello - se andiamo ad analizzare bene, anche la Spagna Campione del Mondo di Del Bosque,
per sopperire alle condizioni molto precarie di Fernando Torres, si è messa molto spesso col 4-2-3-1, eppure quei loro "3",
avendo capacità di palleggio e possesso palla elevate la facevano comunque giocare bene, così come l'ottima Germania
- però forse non è un caso che la VERA Spagna spettacolare si sia vista in altre occasioni, non a torto Aragones
criticava spesso Del Bosque nonostante le vittorie (tutte per 1-0, guarda caso...), proprio perché in quel modulo se mettevi Villa
punta centrale gli arrivavano pochi palloni e lo isolavi, se lo mettevi esterno a sinistra lo allontanavi troppo dalla porta
- han vinto meritatamente il Mondiale (l'Olanda come "gioco" era indecente, per me, in finale ma non solo...),
ma in effetti han giocato meglio, MOLTO meglio, altre volte - nel 2008 era un'altra roba, spero siam tutti d'accordo
3-3-4? Certo è un modulo molto affascinante, ma come ha detto bene Fred anche molto "pazzoide" e dis-equilibrato,
soprattutto se non hai gli interpreti adeguati - il 3-3-4 è davvero molto raro, spesso è stato interpretato come un 3-3-1-3,
ossia con un trequartista che sul campo disegnava allo stesso tempo un rombo sia coi centrocampisti
sia con i 3 attaccanti, infatti viene detto anche "forcone" come forma che assume in campo la squadra
- oltre al
Cile di Bielsa agli ultimi Mondiali (incartato dal Brasile e le sue ripartenze, è un modulo in cui
vanno a nozze i "martellatori" di fascia avversari, se poi te disponi di Maicon e giochi di rimessa come voleva Dunga dilaghi),
ad alti livelli io lo ricordo solo nel primo
Ajax di Van Gaal, anche se era "finto" perchè poi le 2 ali tra i 3 là davanti
in realtà fungevano da esterni destro e sinistro, rinculando a centrocampo - in pratica, l'olandese
spostò il centrale/libero quasi come regista a centrocampo, ed i 2 terzini al posto dei centrali difensivi, più o meno così:
i 3 di difesa bloccati Reiziger-Blind-Frank DeBoer, Rijkaard libero/regista affiancato a centrocampo da Davids e Seedorf,
Litmanen trequartista e sulle 2 ali Ronald De Boer e Overmars vicini alla punta Kluivert (Kanu),
anche se spesso per "coprire" di più (per questo lo chiamo un 3-3-1-3 "finto"), inseriva un'altra ala,
il nigeriano Finidi George al posto di Kluivert,e Litmanen avanzava per formare un più classico 3-4-3
l'unico pazzoide che davvero applicava (e lo fa tutt'ora! Quando si dice "convinti di un'idea nonostante i risultati"
forse per questo ad oggi è disoccupato, ma a me divertiva da matti!) il 3-3-4, almeno di quelli che conosco io,
è
Ezio Glerean - infatti era sposato con una olandese, ed avendo visto all'opera l'Ajax di Van Gaal
dal vivo si disse "perchè non farlo anche in Italia, magari un vero 3-3-4 invece di mascherarlo come Van Gaal?"
s'impose nello sconosciuto
San Donà, che prese dai Dilettanti e riportò in C dopo non ricordo quanti anni,
e in C2 sfiorò la promozione con quel modulo divertentissimo: mi ricordo che da capolista persero alla penultima giornata
lo scontro diretto col Montevarchi inseguitore in maniera incredibile: vincevano 2-0 e fecero qualcosa come 30 tiri in porta,
un continuo di sovrapposizioni ed incroci nella prima frazione, uno spettacolo! Risultato? 2-4 per il Montevarchi,
che gli rifilò tre pappine tra l'86' ed i minuti di recupero, dato che Glerean continuava a spingere i suoi ad attaccare
1 pazzoide vero!
-poi fece il suo vero miracolo al
Cittadella, che adesso tutti conoscono ma allora (ti parlo del 1996, o 97,
non ricordo) che dalla C2 ed un anonimato assoluto di lotte per la salvezza e saliscendi dai Dilettanti,
conoscevano a stento a Padova! Ebbene, li portò alla Serie B giocando un calcio fantastico e molto "olandese",
una riproduzione nei campi di provincia del calcio totale (fatte le debite proporzioni
), divertentissimo -
nonostante il "miglior" calciatore e suo pupillo fosse il famosissimo Andrea Caverzan !!!
se adesso tutti conosciamo il Cittadella, e stanno ancora in B a distanza di anni, lo dobbiamo anche a lui
- l'unica occasione di buon livello l'ha avuta a
Palermo nel 2002, ma la fallì clamorosamente:
in una piazza che aspettava la Serie A da 30 anni il suo calcio pazzo & sbilanciato non poteva essere accolto favorevolmente,
servivano i RISULTATI - Zamparini l'aveva "prenotato" a Venezia, ma si era talmente invaghito del suo gioco
che appena comprò il Palermo dalle mani di Sensi lo trasferisce con il blocco dei giocatori scelti tra i veneti! risultato?
Litigi per tutta la durata del ritiro, eppure Zamparini chiosa:
"lo stesso entusiasmo lo vorrei vedere
anche dopo una sconfitta; i risultati si ottengono anche tramite le sconfitte, solo una buona programmazione paga". Queste le parole. I fatti: l’ 8 Settembre il Palermo, dopo la sconfitta interna con la Reggina (0-1, gol di Leon),
viene eliminato dalla Coppa Italia e Zamparini avvisa Glerean: "
questo modulo non va; il tecnico deve capire
che non allena più il Cittadella". Non basta, il presidente non si esime dal precisare che ritiene l’allenatore
il principale responsabile della sconfitta: "Il risultato? Più che Palermo-Reggina 0-1, direi Mutti batte Glerean 2-0!".
Glerean non prova nemmeno a difendersi, limitandosi a spiegare che
"il suo gioco è questo, ed il presidente ne era cosciente". Nonostante la squadra tenti di gettare acqua sul fuoco (il leader Maniero: "il presidente è fatto così…"),
la partita di esordio del campionato di serie B è già un’ ultima spiaggia per il tecnico. Il 14 Settembre il Palermo
fa visita all’Ancona in quella che per il calendario è la terza di andata ma che, visto il rinvio delle prime due giornate,
è di fatto la giornata di apertura. I marchigiani, guidati da Gigi Simoni, superano il Palermo per 4-2,
in una gara in cui i rosanero non entrano mai in partita; la sera stessa Glerean viene esonerato.
totale? ESONERO dopo 2-partite-2!!!
per la cronaca, quell'anno Zamparini scambiò allenatori come figurine, dopo Glerean fece fuori anche Arrigoni
per virare su Nedo Sonetti - risultato? sconfitta all'ultima giornata col Lecce, 5° posto e promozione fallita
- forse un po' di fiducia sul povero Glerean non avrebbe guastato...
DIFESA A TRE = DIFESA A CINQUEUna delle "esplosioni" più fragorose di questo concetto si ebbe ad
Italia '90,
non a caso una delle peggiori edizioni di sempre sotto TUTTI i punti di vista
(a partire, ahinoi, dal classico modo “all’italiana” di organizzare i grandi eventi… stendiamo un velo pietoso…)
e malgrado la presenza di fuoriclasse epocali a cui i protagonisti odierni potrebbero pulire forse gli scarpini
(Maradona-Stojkovic-Baggio-Van Basten-Hagi-Careca-Francescoli & C. tutti insieme, una goduria per palati fini)...
quantomeno c’erano i Giocatori, e poi insomma per un classe ’83 come me quello fu il primo vero Mondiale,
giacché di Mexico ’86 non ricordo assolutamente nulla come testimone diretto, e quindi per mere questioni di ricordi preadolescenziali
ci sono comunque un po’ affezionato, benché il mio spirito da “esteta” convinto si sforzi di rimuovere gli sbadigli
durante alcune autentiche partitacce indigeribili (mamma mia quel Gruppo con Inghilterra, Olanda – non inguardabile
quanto quella presentata da van Marwijk in Sudafrica, però davvero deludente –, Egitto ed Eire… roba per stomaci forti).
la Jugoslavia fu insieme a Germania (calata nella seconda parte, ma pur sempre tostissima, anche se concettualmente
davvero un'altra squadra rispetto alle ultime spregiudicate - e un po' sbadate difensivamente -, sbarazzine versioni...
vi assicuro, la scuola tedesca ha cambiato radicalmente faccia rispetto al passato), Italia, Camerun
e udite udite Inghilterra (una delle rare versioni albioniche decenti sul piano del gioco nella loro storia)
tra le pochissime compagini a salvarsi in un panorama di povertà tecnica e attendismo tattico imbarazzante,
con la difesa a 5 e il catenaccio come credo condiviso quasi unanimemente... a Firenze giocò 90 minuti
(60 regolamentari + supplementari) in inferiorità numerica e stra-meritava di passare il turno contro un'indecente
Argentina,
che in quel Mondiale rubacchiò una finalissima per una serie clamorosa di botte di c.... ehm, fortuna,
e lo stato di grazia mai più ripetutosi in una carriera tutto sommato anonima del portiere di riserva, "El Tapapenales" Sergio Goycochea,
gettato nella mischia solo a causa dell'infortunio di Pumpido contro l'ultima URSS della storia, unica (!) vittoria
degli inguardabili campioni del mondo in carica nel Gruppo B propiziata anche dalla dabbenaggine
dell'arbitro Erik Fredriksson, che non ravvide un clamoroso fallo di mano di Maradona sullo 0-0.
Sono magnanimo, ed a quell’Argentina (che perse in finale come SACROSANTA nemesi - ogni tanto gli déi dello sport
fanno giustizia - a causa di un rigore inesistente) voglio fornire un alibi: la rosa a disposizione era davvero limitata,
l’Albiceleste veniva da un biennio da incubo, pensate che dal 1988 in poi prima dell’esordio con il Camerun
aveva vinto solo 3 (!) delle 23 partite che avevano scandito la deludente marcia di avvicinamento alla spedizione italiana,
con alcuni clamorosi scivoloni come un 2-4 dall’URSS, uno 0-2 dal Messico e addirittura un 1-4 dal’Australia (!!);
in un test-match contro la Scozia (perso, tanto per cambiare), a 3 mesi dalla rassegna iridata, fu riesumato nientedimeno che Jorge Valdano,
ritiratosi dall’attività agonistica da più di due anni – insomma, tirando le somme per gli amanti delle statistiche,
una compagine capace di vincere solo 5 su 30 partite tra il 1988 e il giorno della finale 1990, nella fattispecie
contro le corazzate Arabia Saudita, Cile, Israele (amichevoli), URSS (vi ho spiegato come… per la cronaca, l’arbitro svedese,
guardalinee peraltro all’Estadio Azteca durante la finalissima ’86, fu ovviamente rispedito a calci da dove era venuto,
nonostante fosse uno dei più esperti e addirittura tra i papabili per dirigere le partite decisive dei turni ad eliminazione diretta)
e Brasile (a dieci minuti dal termine e con un “pizzico” - eufemismo - di fortuna: un assist illuminante ed illogico per i comuni mortali di Dieguito
che lanciò Caniggia e lo mise in condizione di eliminare una Seleçao troppo brutta per essere vera ma abbastanza sfortunata
negli ottavi - un palo, una traversa e un dominio assoluto - nonostante anche Lazaroni non fosse esattamente zemaniano, anzi...)
si è laureata vice-campione del mondo… questo chi guarda solo gli albi d’oro ed esalta il Dio Risultato
non lo scoprirà mai, anzi, c’è ancora qualcuno che recrimina sul rigore che ha regalato la Coppa alla Germania …
Parlando di questioni prettamente tattiche, se vogliamo Bilardo aveva già sperimentato in Messico quel sistema
di tre difensori bloccati “scortati” da due laterali piuttosto bassi, con Brown libero, Cuciuffo e Ruggeri marcatori centrali
protetti a loro volta dal mediano di rottura Sergio Batista e sulle fasce Giusti e Olarticoechea, che però partivano in linea
con il centrocampo, cosicché si parlava di 3-5-2 invece che di 5-3-2 “puro”, ma in fase difensiva le differenze
erano davvero molto relative: a seconda della situazione tattica più adeguata al momento del match,
se arretravano entrambi in fase di non possesso ecco materializzarsi un’autentica linea a cinque, mentre talvolta si richiedeva
il rientro di un solo terzino sul lato debole e un rapido passaggio in corsa al 4-4-2, in una versione riveduta e corretta
della zona mista all’italiana (un terzino bloccato a fare il marcatore ed un fluidificante sulla fascia opposta),
o (raramente) poteva accadere che rinculasse l’incontrista e si allargasse il marcatore destro per una linea a quattro
senza laterali “puri”; anyway, di fatto i difendenti erano ben sei + il portiere, con i soli Burruchaga, Enrique e Valdano
ad appoggiare un certo riccoluto lì davanti - El Naricon aveva introdotto questo modulo per far fronte ad un altro periodo
non particolarmente fecondo: nel settembre 1984 l’Argentina, reduce da una pessima Copa America in Ecuador
(fuori dalle prime quattro) e un filotto negativo piuttosto preoccupante, con il “fiore all’occhiello” di una sconfitta
per mano della Cina (!) nella Nehru Cup a Calcutta, si imbarcò per un trittico di amichevoli in Europa
proprio con questa nuova veste tattica (curiosità: con la maglia numero dieci sulle spalle c’era Ricardo Bochini, l’idolo di Maradona),
e arrivarono altrettante insperate vittorie contro Svizzera, Belgio e Germania, per un invidiabile score di sette gol fatti ed uno solo subito.
Nel 1990, comunque, Bilardo se ne fregò altamente di ogni pudore estetico, Basualdo e Olarticoechea (o Sensini)
partivano definitivamente in linea con i tre difensori, considerato che ormai Burruchaga cominciava a sentire il peso degli anni
e Troglio, beh, era un onesto mestierante e poco più, l’unico “schema” di quella squadra schierata costantemente dietro la linea della palla
(come vi ho detto, nonostante abbiano giocato ben 90 minuti in superiorità numerica contro la Jugoslavia,
non si degnarono d’impensierire il portiere Tomislav Ivkovic neanche per sbaglio…) era
“speriamo-che-Maradona-tra-una -polemica-con-i-giornalisti-ed -una-sceneggiata-a-favore-di-telecamera-si-inventi-qualcosa,
noi intanto buttiamo in avanti ed a casaccio la sfera per farla rincorrere dal cavallone Caniggia
ché altro non sappiamo/vogliamo fare, echissenefrega degli spettatori”. Nell'esordio-shock riuscì a perdere
contro un Camerun in 9 uomini, ed in generale nelle 5 partite che precedettero la semifinale contro l’Italia
ne giocò ben 4 in superiorità numerica, giacché solo la Romania riuscì a non farsi cacciare nessuno,
quindi certamente non ci fu un complotto di giacchette nere contro i sudamericani durante la rassegna…
Comunque la difesa a cinque non era certo un copyright albiceleste - la
Germania la praticava da tempo e durante quel torneo
ricordo almeno una decina di squadre che adottarono lo stesso sistema di gioco, assurto agli onori della cronaca
soprattutto grazie a Guy Thys ed il suo piccolo
Belgio a Mexico ‘86, dove ideò una sorta di ibrido tra la scuola olandese
ed il pragmatismo continentale: nessuna rinuncia alla difesa a quattro in linea schierata a zona,
ma dietro la retroguardia ecco spuntare un battitore libero come ultimo baluardo a protezione del clownesco (ma forte davvero)
estremo difensore Jean-Marie Pfaff (non è un caso che Nevio Scala richiese espressamente Georges Grün
per rinverdire a
Parma i fasti del 5-3-2, disegno tattico che a dirla tutta contagiò anche Del Bosque
in occasione della penultima - ancora per un po' di tempo, visto che a mio modesto avviso Mourinho
non vincerà mai a Madrid questo trofeo - Coppa Campioni vinta dal
Real Madrid: avete citato la versione 4-2-3-1,
ma non scordiamo cosa fece lo stesso allenatore nel 1999/2000: vero che Salgado e soprattutto Roberto Carlos
assurgevano spesso al ruolo di ali autentiche, ma uscendo dai peana dei media e del calcio “galactico”
Ivan Helguera di fatto non era un libero posto dietro due difensori centrali, Ivan Campo e Karanka,
scortati da full-back completi che aravano tutta la corsia di competenza senza soluzione di continuità?).
Certo non stiamo parlando di un modulo spregiudicato, però attenzione a farsi fuorviare dai numeretti:
i “Diavoli Rossi” erano bravi a tenere molto compatti i reparti per scalare le posizioni e divenire una sorta di 4-3-3
in fase di possesso, anche grazie alle doti di corsa e resistenza di Jan Ceulemans, abilissimo a supportare
tanto il centrocampo quanto gli attaccanti Veyt e Claesen per dare vita ad un tridente sui generis.
Inoltre, a quella squadra dobbiamo una delle partite più belle nella storia dei Mondiali, lo spettacolare 4-3
(arbitro, manco a dirlo, il più volte citato Erik Fredriksson) con cui piegarono la splendida URSS di Lobanovsky,
schiacciasassi contro Ungheria e Canada e scomodissimo ostacolo per la Francia di Platini nella fase iniziale,
prima di soccombere nel’interminabile altalena di emozioni andata in scena a Léon negli ottavi di finale.
Alla fin fine, ripeto, i moduli sono numeri e disegnini sulla lavagna (la
Bulgaria 1994 faceva un 4-3-3 sì
ma tutto randellate – ricordate Trifon Ivanov? Una sorta di Sébastien Chabal del calcio, meno prestante ovviamente
sul piano fisico ma forse ancor più inquietante per gli avversari, spaventati dallo sguardo truce – e ripartenze,
esaltato dalle geometrie ed i lanci di Balakov, il dinamismo di Letchkov e Kostadinov e la tecnica di Stoichkov),
la differenza la fanno l'atteggiamento in campo e la voglia/capacità di giocare ed imporre o meno il proprio gioco.
Purtroppo il calcio non è come il
basket: ci si può rifiutare di giocare per 90 minuti e rubacchiare risultati immeritati
(vedi quegli obbrobri definiti da qualche pazzo masochista “capolavori” di José Mourinho… ma la lista è ahinoi lunghissima…),
mentre nella palla a spicchi per quanto tu possa essere accorto difensivamente per sporcare le linee di passaggio
(si pensi, che so, al Limoges anni Novanta), ogni tot secondi devi evitare che gli altri facciano canestro
ma al contempo ogni tot secondi devi infilare a tua volta la retina, e non solo con un tiraccio casuale,
una ripartenza fulminante o una zuccata su palla inattiva… che è poi uno dei motivi per cui amo tanto quello sport
Edited by RogerTheLast - 14/10/2014, 11:09