Igor Radrezza, Il folletto

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JoshuaMiles
CAT_IMG Posted on 22/2/2012, 19:48     +1   -1





Radrezza

Nome e Cognome: Igor Radrezza
Data di nascita: 6 Giugno 1993
Nazionalità: Italiana
Altezza: 170 cm
Peso forma: 66kg
Ruolo: Attaccante
Piede: sinistro
Squadra di appartenenza: Padova
Numero di maglia: 10
Statistiche: Campionato Primavera 15 presenze e un gol
Convocazioni nazionali: Under 18


Siamo al 19 Febbraio, quattro giorni dopo una vera e propria abbuffata, siamo sazi e felici grazie al 4 a 0 che il Milan di Allegri ha rifilato all'Arsenal che in parte ha saputo soddisfare la nostra voglia di ribalta nei confronti del calcio europeo e inglese. Il calcio italiano registra un lieve rialzo in attesa di Inter e Napoli e soprattutto di quest'ultima che dovrà vedersela con il Chelsea di Abramovich e che ci ha abituati bene con serate indimenticabili in Champions. Una piccola rivincita che ci rievoca i vecchi tempi, quando i team del tricolore incutevano paura a tutti. Tempi che i nostalgici ricordano come dolci, in cui aleggiava un'atmosfera romantica fatta di scatti fotografici in bianco e nero, di telecronache sentite alla radio, di aromi di caffè e petrolio delle parole dei quotidiani letti al bar dello sport e da alcuni personaggi che oggi purtroppo non ci sono più. Uomini carismatici che hanno dato tanto al calcio e all'economia dello stivale e che sapevano deliziarci con le loro impressioni senza mai scadere nell'ovvio e nella polemica inutile. Un esempio di eleganza e di prestigio la dava sicuramente l'indimenticabile Avvocato Giovanni Agnelli che ha saputo amministrare un grande club come quello della Juventus, immettendo nel proprio scacchiere i pezzi giusti e impartendo loro i dettami per creare una miscela che sapesse inculcare una mentalità vincente e che è ancora viva nelle menti e nelle anime di quei protagonisti. Antonio Conte, uno dei capitani storici della squadra torinese sta riproponendo quella mentalità, quello stile Juventus, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L'Avvocato Agnelli, oltre ad avere un impeccabile gusto nell'abbigliarsi e un innato senso degli affari sapeva riconoscere il talento e lo immortalava saggiamente rievocando i grandi artisti del passato. L'avvocato a uno dei suoi numero dieci più importanti gli affibbiò due pesanti soprannomi: “Pinturicchio” e “Godot”, il primo ad inizio carriera il secondo durante una faticosa convalescenza che vide protagonista Del Piero dopo un gravissimo infortunio che ha meritato tali accostamenti illustri grazie alle sue magie e al suo piede raffinato, capace di calciare in un modo così aggraziato da imprimere al pallone delle parabole che ricordano per l'appunto le pennellate dei grandi artisti. Il “Pinturicchio” ha regalato tante gioie a quell'avvocato pieno di charme e carisma che lo osservava in tribuna con quella sua aria sorniona, beffarda persino quando si dilettava nel sfoggiare i suoi sorrisi migliori, di cui sentiamo la mancanza in questo momento così delicato per la nostra nazione. Gli artisti, a tal proposito, in momenti di crisi si son sempre rifatti ai grandi classici del passato, che da sempre hanno fornito un esempio da cui ripartire. Il calcio moderno dello stivale potrebbe proprio ripartire dai grandi esempi del proprio passato, nemmeno troppo remoto in cui venivano fuori i talenti come quello di Alex Del Piero, capace in pochi anni di non far rimpiangere un certo Roberto Baggio e di conquistare tutto quello che c'era da vincere a livello di club, un esempio di uomo sportivo che i ragazzi dovrebbero sempre tenere in mente, qualora ambissero a una carriera come quella dello storico capitano juventino. Di recente, Alessio Tacchinardi, suo ex compagno di squadra lo ha accostato al giovane El Sharaawi del Milan, affermando che andrebbe da subito convocato in Nazionale. Una provocazione che se accolta potrebbe dare un ulteriore stimolo a valorizzare i nostri giovani atleti, per troppi anni accantonati. Il sottoscritto, invece dal suo piccolo vi propone quest'oggi un giovane ragazzo, il cui ruolo è proprio quello ricoperto dal Pinturicchio e che sta crescendo proprio nelle file del Padova. Un numero dieci mancino che mi ha ricordato proprio il primo Del Piero, quello per intenderci che legava i laccetti bianconeri nella parte superiore dei propri calzettoni e che in campo, amava partire molto largo sulla sinistra e che accentrandosi spaccava in due le difese avversarie con i suoi dribbling e i suoi calci pennellati sul secondo palo. Igor Radrezza è il suo nome, classe 93 di ruolo attaccante della primavera del Padova. Seconda punta brevilinea che giostra su tutta la trequarti, dietro una punta di riferimento. All'occorrenza può anche fungere da trequartista dietro le due punte o come esterno in un tridente. Dal punto di vista tattico è molto prezioso, riesce a dare alla manovra offensiva quel giusto pizzico di imprevedibilità, non da mai punti di riferimento ai difensori che impazziscono nel ritrovarselo un po' dappertutto ed è portato a giocare sia in un attacco che agisce di rimessa che in uno che manovra con un maggiore possesso palla. Igor è un mancino naturale ma sa operare discretamente anche con il piede debole, il destro, tant'è che i suoi spunti offensivi partono indifferentemente sulla destra, anziché sulla sinistra o dal centro. E' molto dotato tecnicamente, nasconde il pallone all'avversario in maniera anche irriverente e efficace, non teme il confronto con avversari fisicamente più dotati di lui, in più occasioni lo si può ammirare sgusciare via elegantemente con i suoi deliziosi dribbling sullo stretto. La sua arma migliore sono gli assist, possiede un piede sinistro di una precisione quasi chirurgica con cui sa pennellare cambi di gioco e passaggi precisi per i suoi compagni. Batte praticamente tutti i calci da fermo della propria formazione, difficilmente sbaglia i calci di rigore di cui è uno specialista molto freddo che tende a spiazzare il portiere e sa imprimere al pallone, in special modo sui corner e i calci di punizione dalla distanza, parabole sempre forti e precise. Ovviamente ha anche i suoi difetti come è giusto che sia per un ragazzo che ancora deve costruirsi come calciatore professionista. Fisicamente è esile, dovrà sicuramente irrobustirsi senza però esagerare, considerando che per le sue capacità tale esilità lo favorisce nel risultare sgusciante e irresistibile nei dribbling ma la nota dolente sono le marcature. I numeri ci dicono che segna davvero poco ma a mio avviso non dicono sempre la verità. In Italia i numeri fanno la differenza purtroppo, alla fine dell'anno, come dice il buon Arrigo Sacchi, qui hanno la cattiva abitudine di vedere se si è vinto e non se si è praticato del buon gioco. Ha tutte le carte in regola per trovare la via della rete con maggiore frequenza ma, come vi dicevo, a mio avviso questi numeri dovrebbero essere quantomeno contestualizzati. Igor gioca in una squadra molto cinica e pratica, difficilmente si lascia andare a goleade anche perché nel proprio girone deve vedersela con formazioni più attrezzate, come quella dell'Inter e del Milan per intenderci. Giocano per lo più in contropiedi e Igor ha come compito primario proprio quello di imbeccare gli attaccanti avanzati, la manovra offensiva poggia in particolar modo sui suoi piedi e sulla sua inventiva ed è per questo che gioca molto distante dall'area di rigore. Porta molto il pallone e attira su di sé più di un avversario, favorendo proprio l'azione degli attaccanti più avanzati che possono sfruttare maggiori spazi. Non è per nulla egoista, anzi come vi dicevo è l'assist la specialità della casa, il che denota una grande personalità e il sapersi prendere carico di grosse responsabilità. Il Padova tra l'altro possiede un collettivo molto interessante e diversi elementi sono già noti all'allenatore della prima squadra Dal Canto che durante il campionato ha avuto modo di portare in panchina più di un elemento, tra cui proprio Igor Radrezza che il cinque Ottobre 2011 ha esordito, seppur per soli dieci minuti, nella gara persa uno a zero con l'Albinoleffe. Il ragazzo sicuramente nel prossimo anno può ambire a fare esperienza fuori l'ovile di Padova, la speranza è quella che non venga dimenticato in seguito come è successo a tanti altri ragazzi in passato, perché la stoffa c'è e i numeri possono sempre essere invertiti in un qualsiasi momento. Il Padova ha un fiorente vivaio e diversi ragazzi davvero interessanti, tra cui il classe 92 Filippo Talato, quest'anno al Monza dove non sta trovando molto spazio, che ha dei colpi da vero fuoriclasse. Dal canto nostro non possiamo che augurare a Igor un sentito in bocca al lupo.

fonte: Gianluca Castagna
 
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